N. S. del Carmine: in festa le Carmelitane di Rapallo. Maria guida verso la vità eterna

RAPALLO – In perfetta stile carmelitano, le suore di Rapallo vivono nel monastero posto sul crinale del Monte Allegro, sulle alture rapallesi, lungo il tracciato che conduce al santuario mariano. Qui quindici consorelle condividono i valori essenziali dei Carmelitani, che sono la fraternità, il servizio e la contemplazione. Proprio come il primo ordine che ebbe le sue origini sul Monte Carmelo, in Palestina, dove il grande profeta Elia operò in difesa della purezza della fede nel Dio di Israele, vincendo la sfida con i sacerdoti di Baal e dove lo stesso profeta, pregando in solitudine, vide apparire la nuvola apportatrice di benefica pioggia dopo la secca. I religiosi dell’ordine svilupparono il senso di appartenenza alla Madonna come Signora del luogo e Patrona. In occasione della memoria liturgica della Vergine venerata come N. S. del Monte Carmelo, si rinnovano i festeggiamenti solenni, quest’anno presieduti dal vescovo diocesano a Rapallo. Mons. Tanasini ha richiamato una delle caratteristiche della devozione alla Madonna del Carmine. Secondo la tradizione la regina del cielo, apparendo tutta raggiante di luce, il 16 luglio 1251, al vecchio generale dell’Ordine Carmelitano, San Simone Stock , gli porse uno scapolare -detto comunemente «Abitino». E’ questo il segno distintivo dell’ordine che conferisce un privilegio a tutti i carmelitani: chi muore rivestito di questo abito non soffrirà il fuoco eterno. Il vescovo ha invitato i fedeli presenti a condividere questa grande speranza sull’esempio dei carmelitani. “Non si tratta di ritenere che con facilità possiamo vivere la nostra vita superficialmente e poi avere in premio la vita eterna – ha spiegato il vescovo. Maria si adopera in maniera efficace per la conversione del peccatore, che porta con fede e devozione l’Abitino fino in punto di morte. La Madre di Gesù, ha ancora evidenziato il vescovo, si pone come guida nel cammino verso la Gerusalemme celeste. Maria ci accompagna anche nella vita terrena ed assume un ruolo particolare in questo decennio che i vescovi hanno voluto dedicare alla sfida educativa: la Madonna è maestra nell’educazione e diventa un modello contro il rischio di autosufficienza proprio dell’uomo di oggi.