GMG 2011: invito di Mons. Tanasini a ritrovare le radici della vita in Gesù

MADRID – Entrano nel vivo le Giornate Mondiali della Gioventù. Ieri Benedetto XVI è sbarcato a Madrid, incontrando i reali di Spagna, le autorità civili e militari. Lungo il percorso della Papa Mobile nelle vie della capitale spagnola si sono assiepati molti giovani per salutare il Pontefice. Tra questi anche i nostri ragazzi della Diocesi. In serata in Plaza de la Cibeles la festa di accoglienza dei giovani. Intanto il cammino dei partecipanti alla GMG 2011 è scandito dalle catechesi tenute dai vescovi. Di seguito una sintesi della Catechesi di Mons. Alberto Tanasini nel servizio dell’Inviato Luca Sardella:

«L’essere senza radici sembra essere oggi la condizione per essere liberi dai condizionamenti. Un modo di fare che genera, però, scetticismo e individualismo: non mi occupo degli altri, ma gli altri servono a me».
E’ partito da qui il vescovo di Chiavari, Alberto Tanasini, nella sua catechesi proposta agli oltre mille giovani raccolti nella chiesa di Santo Domingo a Pinto (venti chilometri a sud di Madrid). Davanti a lui ragazzi provenienti da Chiavari, Genova, Chioggia e L’Aquila, questi ultimi accompagnati dal vescovo ausiliare Giovanni d’Ercole.
«C’è una novità che non invecchia?» si è chiesto il presule, dopo aver raccolto le inquietudini che appesantiscono il cuore dei ragazzi e che portano il nome di incertezza lavorativa, fragilità nelle relazioni e ricerca di autenticità negli affetti. «Siamo qui per consegnarvi ciò che sostiene la nostra vita – ha proseguito Tanasini -. Ci sono delle radici che non bloccano, che non fermano lo slancio del cuore: sono quelle che legano a Gesù».
Raccontando alcuni tratti del suo cammino di vita e di fede, monsignor Tanasini ha ripreso alcune immagini significative del Vangelo: la compassione di Gesù per la folla, la misericordia del Padre raccontata nella parabola del Figlio prodigo.
«Dove stiamo dirigendo i passi della nostra vita? Quali proposte ci vengono fatte dagli stili di vita di oggi? – ha aggiunto -. Nelle Beatitudini troviamo la fisionomia di Cristo, il suo volto, che può essere anche il nostro. Penso a San Francesco, a Madre Teresa, ma anche a Carolina, la mamma del giovane ucciso a Sovico la cui capacità di perdono mi ha commosso».
In conclusione un invito ad «ascoltare il Signore per incontrare veramente se stessi» e a «volare alto verso la santità, pienezza della vita in Cristo. Voi siete i santi di oggi».