Preoccupazione nel Tigullio per il proliferare dei videopoker

CHIAVARI – 350 pubblici esercizi interessati nei quali sono accese circa un migliaio di newslot: una media di tre apparecchi a locale. Un incasso medio di 200 euro al giorno che sommati per ogni apparecchio fanno duecentomila euro ogni 24 ore che lasciano le tasche degli utilizzatori per finire in quelle dello Stato che nel solo 2010 ha incassato per tutti i giochi gestiti (dalle videolottery ai diversi gratta e vinci), una cifra che si aggira intorno ai 10 miliardi, una manovra finanziaria in piena regola. Sono questi i numeri che per quanto riguarda il Tigullio tracciano il fenomeno di quelle che nel gergo comune vengono chiamate macchinette mangiasoldi, videopoker, slotmachine e altre varianti. Un businnes gestito dai Monopoli dello Stato, che concede a chi ne fa richiesta un’autorizzazione per ogni singola slot, e che in questi ultimi tempi ha registrato una crescita esponenziale.