Ecumenismo, il Vescovo: “La divisione dei cristiani è come uno stato di morte”

DIOCESI – La divisione dei cristiani è paragonabile ad uno stato di morte. Non esprime la vitalità della Chiesa che è chiamata ad essere una tra i suoi figli. E’ quanto ha espresso il Vescovo diocesano nella celebrazione ecumenica di Rapallo. La riflessione prende avvio dalla prima lettera ai Corinti dell’apostolo Paolo, dove si discute di quello che accadrà a chi è morto e a chi è rimasto in vita nel momento della venuta di Gesù. Un tema sentito dalla Chiesa di Corinto. Ma Paolo afferma: non c’è differenza, tutti saranno trasformati dall’incontro col Signore. Non è la morte ad avere l’ultima parola, bensì la vittoria di Gesù morto sulla Croce e poi risuscitato. Perché i credenti polacchi – ha chiesto il Vescovo – hanno proposto alla Chiesa mondiale questo tema di riflessione? Per Mons. Tanasini, la storia della Polonia – fatta di momenti difficili –  può essere paragonata ad un’esperienza di morte. Tuttavia – ha proseguito – hanno constatato che attraverso la fede e il riferimento a Cristo, ciò che sembrava finito è stato passaggio di vittoria, di libertà ritrovata, di solidarietà, capaci quindi di affrontare le difficoltà. I polacchi hanno dunque invitato la Chiesa tutta a riflettere su questo argomento: la morte può essere un fatto tragico e definitivo, ma Gesù ha vinto la morte e ha proposto un’umanità trasformata.  Allo stesso modo, la divisione dei cristiani è un’esperienza di morte, mentre la Chiesa desidera e deve desiderare l’unità. Il cammino che ha portato alla divisione è un percorso di peccato – ha spiegato il Vescovo – dimostra tutta l’incapacità di realizzare il progetto di Dio che è di amore e unità. Per questo peccato siamo chiamati tutti i giorni a chiedere perdono. Quello che occorre chiedere, con umiltà e fiducia – ha concluso – è la trasformazione portata da Gesù. Oggi, può darsi che gli uomini facciano l’esperienza della povertà e la domanda è: perché Signore? Ma il profeta Abacuc afferma: la gioia vera si trova in Dio. Il benessere non vale nulla, Dio è il nostro salvatore, la nostra vittoria e la nostra forza.