Commercio, in Liguria persi 688 punti vendita nel 2011

REGIONE – Nonostante la crisi, tiene il settore commerciale in Liguria. Lo afferma la prima analisi dell’osservatorio regionale Unioncamere. Lo studio ha preso in considerazione la rete distributiva ligure che è stata interessata dalla diminuzione di 688 punti vendita. Nel 2011, infatti, sono stati aperti 817 negozi contro 1505 chiusure. La causa sarebbe la flessione dei consumi che, rispetto ad uno degli anni precedenti la crisi – ad esempio il 2006 – sono diminuiti in Liguria di oltre il 3%. Anche l’occupazione è scesa della stessa misura. Ammontano a 31 mila i negozi della regione, soprattutto nel settore non alimentare che conta 21.500 punti vendita, di cui il 97% è rappresentato da piccoli esercizi. E sono proprio i piccoli negozi a determinare una densità molto elevata degli esercizi commerciali in Liguria che non decresce e resta superiore alla media nazionale, 15 ogni mille abitanti. E così gli oltre due milioni di metri quadrati di superficie commerciale al dettaglio sono per il 77% in comuni con oltre 10mila abitanti e per il 48% nei centri capoluogo. Segno che siamo in presenza di una rete policentrica e diffusa su tutto il territorio. Rispetto all’Italia, la Liguria si distingue per una maggior presenza di negozi di articoli culturali e ricreativi (10,23% rispetto al dato nazionale dell’8.6%), una relativa minor presenza di punti vendita di uso domestico (12,74% contro il 15%) e una maggiore specializzazione nella vendita dei prodotti alimentari (18.49% contro il dato nazionale del 15.78%). Dalla ricerca dell’Osservatorio emerge anche l’indice di densità riferito soprattutto alle strutture più grandi: 4.480 metri quadri della grande distribuzione ogni diecimila utenti con il valore più elevato nella provincia di La Spezia, a seguire Imperia, Savona e Genova. Nella grande distribuzione, sono stati attivati dal 2007 ad oggi 36 mila mq per l’alimentare, segno che il settore continua ad attrarre gli operatori.