Luci ed ombre: la mappatura delle fabbriche del Tigullio

CHIAVARI – Il Tigullio non è immune dagli effetti della crisi economica internazionale. Le aziende soffrono per la mancanza di liquidità. Il quadro della situazione a livello locale è stato tratteggiato dall’Ufficio per la pastorale del lavoro della diocesi. Anche le aziende produttive che reggono meglio ai colpi della crisi, si scontrano con un mercato dove spesso non viene ritirato il prodotto richiesto per mancanza di denaro. Non esiste una vera e propria mappatura delle fabbriche nel Tigullio, ma il riscontro tratteggiato da Don Carlo Ginocchio, responsabile della pastora del lavoro, è legato alle sue visite in azienda e a quanto viene riferito dai diretti interessati. Non chiudono solo le piccole realtà produttive. A soffrire, in questi anni, sono state anche le grandi fabbriche: scomparsa la Fit Ferrotubi a Sestri L. e la San Giorgio Impermeabili di Carasco, che dava occupazione a 260 dipendenti, in larga parte donne; resistono Fincantieri, Lames e Mares, seppure con alcuni ridimensionamenti. La Lames, che dopo un breve periodo di cassa integrazione è tornata in piena attività grazie alla collaborazione di tutto il consiglio di fabbrica. Sull’azienda chiavarese pende la spada di Damocle del trasferimento, sul quale restano ancora aperte diverse incertezze. Il settore maggiormente colpito è quello dell’ardesia. Le grandi fabbriche hanno ridotto il personale e alcune di quelle piccole hanno chiuso. Il settore patisce la concorrenza del Brasile, dell’India. Alcune aziende importano ardesia già lavorata, o semilavorata, a prezzi più bassi, ma meno resistente. Hanno dovuto ricorrere alla Cassa Integrazione la Tecnodidattica, che produce mappamondi, la Cooperativa Gandolfo di Sestri L. In questo quadro trovano spazi anche squarci di luce: a Carasco si è sviluppata la Faci che attualmente ha quasi 200 dipendenti. Bene l’IML di Casarza L e l’Arinox di Sestri L. Restistono anche piccole fabbriche come Espa, Flexo,  Comer, Algo, la Cogorno, che occupa molti giovani. Il futuro tuttavia riserva grandi incertezze, ma va affrontato con un’unica convinzione: il lavoro è uno strumento che dona dignità alla persona, e per questo rappresenta un tassello importante dell’opera di Dio.