Il vescovo a Rapallo: non accontentiamoci di “accalcarsi” nel rumore della festa, ma poniamoci in colloquio con Gesù

RAPALLO – Nella mattinata di ieri è stata intronizzata a Rapallo la statua di Maria che sarà portata in processione per le vie della città domani, mercoledì 3 luglio. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo diocesano che ha commentato il brano del Vangelo di Marco in cui si raccontano due eventi miracolosi. “Questi giorni di festa  – ha detto il vescovo – siano giorni in cui non ci accontentiamo di “accalcarsi” nel rumore della festa, ma giorni di vero colloquio con il Signore, tramite Maria”. Di seguito il testo intregrale dell’Omelia di Mons. Alberto Tanasini.

Il brano del Vangelo di Marco ci ha raccontato due miracoli curiosamente intrecciati. Marco ci propone Gesù di fronte alla sofferenza e alla morte e sottolinea come la condizione di debolezza e fragilità dell’uomo sia via alla fede. Qualcuno si ribella ad una tale esperienza della fede: ritiene che guardare alla fede come risposta alla sofferenza confermi la fede come modo per illudere l’uomo, per farlo evadere dalla realtà. In realtà questa è la tentazione dell’uomo che vorrebbe essere forte, autosufficiente, autonomo e in questo sentire di sé è frustrato dall’esperienza della fragilità e non la accetta. La fragilità è invece rivelatrice della nostra condizione reale. Anche Maria con la sua maternità ci richiama a questo realismo: nel Vangelo di Cana mette in evidenza la mancanza di vino e con questa il bisogno di aiuto degli sposi; con la visitazione senza parole condivide la necessità di aiuto di Elisabetta. Anche con l’apparizione sul Monte Allegro interviene in un momento difficile della vita della città. Apre così ancora la strada alla fede. Ma ascoltiamo ancora il Vangelo di Marco, con l’episodio della donna guarita dalle perdite di sangue, incurabili dagli uomini e dalle loro arti. Il Signore con il suo intervenire per il bene non vuole strabiliare, non vuole fare di noi una folla schiacciante, che lo pressa, lo stringe, lo spintona. Gesù chiama al rapporto vero, personale con lui. La donna lo tocca con la sua convinzione, con la certezza che da Gesù viene la guarigione. Lei “tocca” Gesù con la sua fede. L’intervento di Dio in Gesù per gli uomini, sia che si esprima nel miracolo, sia che sia nascosto nelle pieghe della vita quotidiana, non è legato ad automatismi, ma avviene in un dialogo aperto con Lui. Gesù vuole parlare con l’emorroissa per far emergere la sua fede. Quella sua convinzione è espressa tra sé e sé: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata” diventa colloquio e parole di Gesù che offre non solo guarigione, ma novità di vita. Questi giorni di festa siano giorni in cui non ci accontentiamo di “accalcarsi” nel rumore della festa, ma giorni di vero colloquio con il Signore, tramite Maria. Gesù è il Signore della vita e ci dice: “Non temere, solo abbi fede”. Non lasciare quella fede con la quale ti sei rivolto a me.