Angelus: Gesù non cerca consensi, offre la pienezza della vita

CASTEL GANDOLFO – Gesù “chicco di grano gettato nei solchi della storia”. Ne ha parlato ieri il Papa all’Angelus recitato dal Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Nella moltiplicazione dei pani e dei pesci il senso della venuta di Cristo. E’ lui stesso a spiegarlo all’indomani del miracolo parlando nella sinagoga di Cafarnao. Dio Padre ha infatti mandato il Figlio “come Pane di vita eterna, e questo pane è la sua carne, la sua vita, offerta in sacrificio per noi”: “Si tratta dunque di accoglierlo con fede, non scandalizzandosi della sua umanità; e si tratta di ‘mangiare la sua carne e bere il suo sangue’, per avere in se stessi la pienezza della vita”. “Questo discorso non è fatto per attirare consensi” ha osservato Benedetto XVI. “La gente, e gli stessi discepoli, erano entusiasti di Lui, quando compiva segni prodigiosi” e dopo quel miracolo “ la folla avrebbe voluto portare in trionfo Gesù e proclamarlo re d’Israele: “Ma non era certo questa la volontà di Gesù, che proprio con quel lungo discorso smorza gli entusiasmi e provoca molti dissensi”. Chi vuole seguire Gesù “deve unirsi a Lui in modo personale e profondo”: “Per questo Gesù istituirà nell’ultima Cena il Sacramento dell’Eucaristia: perché i suoi discepoli possano avere in se stessi la sua carità e, come un unico corpo unito a Lui, prolungare nel mondo il suo mistero di salvezza”. “La gente capì che Gesù non era un Messia che aspirasse ad un trono terreno”: “Gesù dunque fece quel discorso per disilludere le folle e, soprattutto, per provocare una decisione nei suoi discepoli. Infatti, molti tra questi, da allora, non lo seguirono più”. Quindi, l’invito del Papa: “lasciamoci nuovamente stupire dalle parole di Cristo”: “Egli, chicco di grano gettato nei solchi della storia, è la primizia dell’umanità nuova, liberata dalla corruzione del peccato e della morte”. Dunque “riscopriamo – ha concluso la sua catechesi Benedetto XVI – la bellezza del Sacramento dell’Eucaristia, che esprime tutta l’umiltà e la santità di Dio”: “Il suo farsi piccolo, frammento dell’universo per riconciliarlo interamente nell’amore”. Dopo la recita dell’Angelus, nei saluti nelle varie lingue, il Papa ha rivolto un indirizzo particolare al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill I, in questi giorni ospite della Chiesa ortodossa in Polonia, visita che “ha compreso anche incontri con i vescovi cattolici e la comune dichiarazione del desiderio di fare crescere l’unione fraterna e di collaborare nel diffondere i valori evangelici del mondo contemporaneo”.