Il Papa all’Angelus: attenzione alla “falsa religiosità”

CASTELGANDOLFO – Il Papa ieri mattina all’Angelus, recitato dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, ha preso spunto delle parole del Vangelo per mettere in guardia ogni cristiano dal pericolo della “falsa religiosità”. Il rischio sottolineato da BenXVI è quello di rendere gli interessi personali delle vere “divinità”, mettendosi poi a posto la coscienza concedendo a Dio qualche parola di superficiale devozione. La Parola di Dio- ha spiegato il Pontefice – libera l’uomo dai suoi egoismi e lo introduce “nella ‘terra’ della vera libertà e della vita”. Prendendo ad esempio quanto accaduto al popolo ebraico nell’antico Testamento Ben XVI ha evidenziato il problema “quando il popolo si stabilisce nella terra, ed è depositario della Legge, è tentato di riporre la sua sicurezza e la sua gioia in qualcosa che non è più la Parola del Signore: nei beni, nel potere, in altre ‘divinità’ che in realtà sono vane, sono idoli”. La sua Legge “rimane, ma non è più la cosa più importante, la regola di vita”. Dopo la recita dell’Angelus, Benedetto XVI si è rivolto in cinque lingue alla folla radunata nel cortile del Palazzo apostolico, e in francese ha indirizzato uno speciale saluto ai libanesi presenti, assicurando loro “le sue preghiere” e la sua “gioia di visitare presto il loro bel Paese”.