Tributi Italia, lavoratori senza un anno di stipendi ricattati con la minaccia del licenziamento

CHIAVARI – I lavoratori della sede di Chiavari di Tributi Italia vengono richiamati al lavoro ma non vengono retribuiti. A fine agosto la situazione si era tradotta in quattro giorni di sciopero. A settembre, diversi dipendenti richiamati al lavoro entrano per protesta con alcuni giorni di ritardo. Nei giorni scorsi l’azienda ha inviato una lettera di contestazione contro il mancato ingresso. Ma come? domanda Andrea Sanguineti, Segretario ligure della Cisl che incalza: Come si può infierire su queste persone che da due anni e mezzo – dopo il tracollo della gestione Saggese – vengono al lavoro tutti i giorni con spirito di abnegazione, grazie al loro attaccamento al posto di lavoro e grazie all’aiuto delle famiglie che li sostengono, nonostante gli stipendi che non ci sono, i contributi mai pagati e le spese da sostenere, come la benzina per raggiungere Chiavari, perché c’è chi viene da lontano? Il quadro è questo: nel 2009 i dipendenti di Chiavari erano cento. Ad oggi, 15 sono coloro che lavorano a mezza giornata, più di 50 sono in cassa integrazione, 20 hanno trovato un altro lavoro. Purtoppo, prosegue Sanguineti, la situazione è molto tesa: i lavoratori in cassa non percepiscono nulla da aprile nonostante gli accordi sindacali. I dipendenti che ancora lavorano devono ancora ricevere 12 mensilità, alcune del 2010, almeno sei del 2012. Sono mesi travagliati: c’è chi è stato portato al Pronto Soccorso per stress, c’è chi al telefono riceve minacce di licenziamento. A denunciare la situazione sono i sindacalisti di Cisl e Cgil, Andrea Sanguineti e Aurelia Bruzzo. I dirigenti dell’azienda – spiegano – sono rimasti gli stessi dell’era Saggese anche se dal luglio 2010 c’è un commissario, Luca Voglino. Non è chiaro perché non siano mai stati allontanati e perché le decisioni di lavoro siano sempre assunte da loro. Intanto continua la ricerca di un’azienda interessata ad acquisire Tributi Italia, qualche proposta è nell’aria ma non c’è niente di concreto e dopo il fallimento della trattativa con Equitalia è bene tenere i piedi per terra. Sulla vicenda di questi giorni che vede implicato Saggese, invece, i Comuni del Tigullio che potranno rivendicare qualcosa sono sicuramente quelli di Chiavari, Cogorno e Rapallo.