Benedetto XVI nelle celebrazioni natalizie: l’uomo moderno non trova tempo nè per Dio nè per gli altri

CITTA’ DEL VATICANO – Dio viene tra gli uomini, ma gli uomini non lo accolgono: la contrapposizione, che si presenta già al momento della nascita di Gesù Cristo, si pone con forza anche nel nostro tempo. Benedetto XVI l’ha affrontata nella celebrazione della Notte di Natale: “come andrebbero le cose, se Maria e Giuseppe bussassero alla mia porta: ci sarebbe posto per loro? Abbiamo veramente posto per Dio, quando Egli cerca di entrare da noi?”. La contraddizione assume un aspetto paradossale nei tempi moderni: quanto più velocemente possiamo muoverci -ha fatto notare il Papa-, quanto più efficaci diventano gli strumenti che ci fanno risparmiare tempo, tanto meno tempo abbiamo a disposizione. Siamo completamente riempiti di noi stessi, così che non rimane spazio per Dio; e per questo non c’è spazio neppure per gli altri, per i bambini, i poveri, i profughi, i rifugiati, i migranti. Benedetto XVI ha poi messo in evidenza l’inno di lode degli angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini del suo compiacimento”: la pace tra gli uomini è in relazione con la gloria di Dio.
Veritas de terra orta est: Ben XVI ha formulato gli auguri di Natale nel messaggio urbi et orbi con le parole del Salmo 85: la verità è germogliata sulla terra. Il Papa ha ribadito l’importanza decisiva della fede: Dio ha fatto tutto, ha fatto l’impossibile: si è fatto carne; eppure, non può entrare nel mio cuore, se non apro io la porta. Il Papa ha indicato i segni di speranza di questo Natale. Dalla loggia centrale della Basilica Vaticana ha lanciato appelli per la pace in Siria e in Terra Santa; ha espresso un auspicio per i paesi del Nord Africa, in particolare per l’Egitto, ha invitato i dirigenti della Cina a valorizzare l’apporto delle religioni.