Il Papa in udienza ha parlato della preghiera del Credo. Al termine un appello per le popolazioni indonesiane

papa udienzaCITTA’ DEL VATICANO – Questa mattina Benedetto XVI ha incontrato i fedeli in udienza generale e, proseguendo il ciclo di catechesi incentrate sull’anno della fede, ha proposto una riflessione sul Credo, la solenne professione di fede che accompagna la vita dei credenti. Il Credo – ha ricordato – comincia con queste parole: “Io credo in Dio”. “E’ un’affermazione fondamentale – ha sottolineato il Pontefice – apparentemente semplice nella sua essenzialità, ma che apre all’infinito mondo del rapporto con il Signore e con il suo mistero. Credere in Dio implica adesione a Lui, accoglienza della sua Parola e obbedienza gioiosa alla sua rivelazione. Come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, «la fede è un atto personale: è la libera risposta dell’uomo all’iniziativa di Dio che si rivela». Poter dire di credere in Dio è dunque insieme un dono – Dio si rivela, ci viene incontro – e un impegno, è grazia divina e responsabilità umana, in un’esperienza di dialogo con Dio che, per amore, «parla agli uomini come ad amici», parla a noi affinché, nella fede e con la fede, possiamo entrare in comunione con Lui”. Al termine dell’udienza generale il Papa ha lanciato un accorato appello in favore delle popolazioni indonesiane colpite dalle alluvioni.