Papa Francesco: “Il vero potere del vescovo di Roma è il servizio, soprattutto verso i più deboli”

130319_messa inizio ministero Papa2CITTA’ DEL VATICANO – Piazza San Pietro questa mattina è stata inondata dal sole, e da una folla di pellegrini, per l’inizio del ministero petrino del Vescovo di Roma, Papa Francesco, che ben prima dell’inizio della celebrazione, alle 8.50, ha iniziato un lungo giro fra i fedeli, fermandosi per baciare alcuni bambini e un paraplegico. Presenti in piazza oltre 130 delegazioni da tutto il mondo. Trentatre le delegazioni di Chiese e confessioni cristiane. Presenti anche la delegazione ebraica, musulmana, buddista, sick, jainista. 180 i concelebranti.
Il Papa è sceso in processione con i patriarchi delle Chiese orientali alla Tomba di San Pietro. Nel frattempo due diaconi hanno preso il Pallio, l’Anello Piscatorio e l’Evangeliario. Quindi la processione è risalita al piano della Basilica, al canto delle ‘Laudes Regiae’, cioè le ‘Lodi del Re’, un canto litanico in onore a Cristo, e ha fatto ingresso sul sagrato della Basilica. Il cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran ha imposto sulle spalle del Papa il Pallio, simbolo del vescovo come buon pastore e dell’Agnello crocifisso per la salvezza dell’umanità. Poi il cardinale decano Angelo Sodano ha consegnato l’Anello del Pescatore a Papa Francesco, insegna propria del vescovo che porta l’immagine di San Pietro con le chiavi e significa il compito affidato a Pietro di confermare nella fede i fratelli. L’Anello di Papa Francesco non è d’oro ma d’argento dorato.
Poi l’inizio della celebrazione eucaristica, con le letture della Solennità di San Giuseppe: Papa Francesco ha tratto spunto dal vangelo di Matteo per mettere al centro della propria omelia il tema della custodia, la missione che Dio affida a Giuseppe, custode di Maria e di Gesù, e poi della Chiesa. Una custodia esercitata con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando è difficile comprendere. Giuseppe vive tale compito
nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio

In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!”.

La vocazione del custodire ha una dimensione semplicemente umana. E’ il custodire l’intero creato,ogni persona, i bambini, i vecchi, coloro che sono più fragili. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia. E’ il vivere con sincerità le amicizie. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo.

“Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!

Custodire, ha aggiunto il Papa, significa anche aver cura di sè stessi, abbandonando odio, invidia e superbia, vigilando sul nostro cuore, da dove escono le intenzioni buone e cattive, senza avere paura della bontà e della tenerezza.

Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza: Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato!