Santa Messa Crismale. Il vescovo ai preti: il ministero è servizio esercitato con “genuinità evangelica”

CHIAVARI – Nella Cattedrale di N. S. dell’Orto il vescovo diocesano ha presieduto la solenne celebrazione del mercoledì Santo, la Santa Messa Crismale durante la quale sono stati benedetti gli oli sacri. La liturgia è stata concelebrata dai componenti del Presbiterio diocesano. Nell’Omelia il vescovo ha invitato i sacerdoti a tenere fede al proprio ministero, che è anzitutto servizio. Un servizio che si fondi sulla “genuinità evangelica”, non sul dominio o potere. Ha invitato poi i preti a mantenere solido il legame con l’Eucaristia, alla fedeltà della Celebrazione Eucaristica anche nei giorni feriali. Infine un rigraziamento per la “dedizione, il sacrificio quotidiano” e la fraternità del presbiterio. Di seguito pubblichiamo la traccia dell’omelia pronunciata da Mons. Alberto Tanasini.

“Rinnovo il mio saluto fraterno a tutti voi e mi faccio interprete del saluto e della vicinanza di don Paolo Bacigalupo che, in un messaggio inviatomi, si è unito al cordoglio del presbiterio diocesano per la morte di Don Andrea Brusco e dicendomi di essere unito a voi nella preghiera e nella partecipazione a questa celebrazione.
Qual è la chiesa chiavarese? Nella celebrazione della Santa Messa crismale, che evidenzia il volto del presbiterio, mi sembra da sottolineare, in particolare quest’anno, la significativa partecipazione dei fedeli laici, una presenza attiva, preparata con cura e gioia. La presenza che dice apertamente che anche in questa circostanza si deve esprimere tutta la nostra Chiesa. Celebrando il 50° dall’inizio del Concilio Vaticano II, ricordiamo quanto esso insegna…
La benedizione dei sacri olii è segno di questa consacrazione. Noi, partecipi del sacerdozio ministeriale di Cristo, accettiamo l’affetto dei nostri fedeli che percepiscono la presenza vivificante di Cristo e la riconoscono necessaria per la loro vita cristiana. Siamo tenuti a tenere vigile che il sacerdozio, che noi esercitiamo, è ministero, dunque servizio. Prima di tutto nell’atteggiamento interiore, che esclude ogni spirito di dominio, di proprietà, di superiorità. Tale consapevolezza ci preclude di essere una casta, ma ci impone di essere discepoli del Signore. Non ci ha forse colpito quanto detto dal Papa Francesco, sul fatto che si possa rivestire questo ruolo senza non essere discepoli di Gesù? In questo anno della fede questo richiamo sollecito ci prova che sia sempre l’amore di Cristo a spingerci, a motivarci, a porci così, sulla strada degli uomini. L’evento della rinuncia di Benedetto XVI e dell’elezione di Papa Francesco, il suo modo di esercitare il ministero petrino, ci mostra una Chiesa desiderosa di essere fedele al suo Signore e ci dice anche che la genuinità evangelica è quella che colpisce gli uomini di tutti i tempi, anche del nostro tempo. E’ la genuinità evangelica che invita a superare i pregiudizi, le preclusioni, le distanze. Non occorre cercare novità artificiose, per chiamare gli uomini a Cristo, ma soltanto la genuinità evangelica. Mi sono sentito confortato, nella linea pastorale scelta con voi per la nostra Chiesa, quella di comunione operativa. Confortato da uno degli ultimi interventi di Papa Benedetto XVI sul Concilio, sia dall’impostazione di Francesco. Oggi, quando il senso della comunione emerge con evidenza, vi invito accuratamente a dare attuazione a quanto abbiamo deciso. Infine, nella presente celebrazione che lega il sacerdozio all’Eucaristia, desidero invitarvi a tenere ben saldo e vivo questo sacramento nella nostra vita sacerdotale. Non è solo un lavoro, alcune volte anche faticoso, ma ripeto, non consideriamolo solo un servizio. L’Eucaristia è fonte viva dell’esistenza sacerdotale, non affatica, ma ristora. L’incontro con il Signore che ci consente di nutrirci di Lui, di andare al cuore della comunione. Non può mancare la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia. Non ci scoraggi la scarsezza o mancanza di partecipanti alla celebrazione feriale. Se siamo convinti della sua efficacia, sapremo trovare il modo per una celebrazione significativa. Soprattutto sapremo che la nostra celebrazione è un dono per la Santità di tutta la Chiesa. Infine voglio esprimervi il mio sentimento di gratitudine per la vostra dedizione, il sacrificio quotidiano. Sono commosso non solo per l’affetto presso i fedeli, come constato continuamente nella visita pastorale. Sono grato per la fraternità sacerdotale che contraddistingue il nostro presbiterio. Mentre rinnovate con generosità i vincoli sacerdotali assunti, la Vergine Maria ci sia tenerissima Madre”