Situazione drammatica nella capitale della Siria. Un giovane seminarista ucciso da un ordigno

imagesSIRIA – La situazione della Capitale della Siria Damasco si fa sempre più drammatica. “Le bombe cadono in ogni momento e in ogni dove” racconta l’arcivescovo maronita Mons. Samir Nassar. “E’ come una roulette russa che sceglie le sue vittime a caso e ogni giorno porta via con sè tante vite”. E’ del 26 marzo scorso l’uccisione di un seminarista maronita, Camil, di 35 anni, in procinto di essere ordinato diacono permanente. Camil, come ogni martedì, si occupava della distribuzione dei viveri ai poveri. Mentre stava facendo rientro a casa è rimasto ucciso da un ordigno. Il suo corpo è rimasto a lungo in strada, prima d’essere trasportato all’obitorio dove è avvenuta l’identificazione. La scomparsa del seminarista ha profondamente scosso la comunità cristiana. La partecipazione alle funzioni religiose segue l’andamento degli scontri, mentre numerosi cristiani continuano a lasciare il Paese. Due delle quattro parrocchie maronite della capitale sono state chiuse per mancanza di fedeli. L’arcivescovo non conosce il numero esatto dei cristiani fuggiti all’estero, ma dall’inizio della crisi siriana il numero di persone che riceve l’eucaristia è diminuito di oltre il 60%.