Missionari che restano, dal Centrafrica scrive Suor Giulia Mazzon

volontari-centrafricaBANGUI – Suor Giulia Mazzon, francescana del Sacro Cuore, gestisce il dispensario di Maigarò, pochi chilometri a nord di Bouar. I ribelli – scrive – hanno distrutto tutto ciò che potevano, in particolare la fiducia della gente. Non si sa cosa può succedere e c’è paura ad uscire. Nonostante questo, suor Giulia dice di non essersi mai posta la domanda: resto o scappo e mi rifugio altrove? Mi sembra naturale rimanere per la missione, spiega, e per il servizio a cui sono stata chiamata e che resta un dono grande nella mia vita. Poi si chiede: come abbandonare tanti bambini esposti alla violenza e al pericolo, o le famiglie povere che hanno noi come punto di riferimento e che rischiano di essere privati dell’unica possibilità di sostegno… a volte, direi, di vita. E, infine, come abbandonare quest’opera che la Provvidenza si è costruita e che è tanto preziosa? La testimonianza di suor Giulia è anche una denuncia: il nostro personale non ha mai mancato al lavoro e sono stati sereni anche se molto preoccupati. Questo è qualcosa di grande se si pensa che negli ospedali pubblici il personale è scappato, per primi i medici. Ogni istante della mia giornata e di queste notti, continua, ho pregato per i bambini affinché non conoscano i soprusi e la violenza di questi momenti, i bimbi a me affidati e quelli in particolare costretti a fare la guerra e ad affrontare una grande paura e diventare forse indifferenti di fronte alla morte violenta, ai piccoli che sono stati uccisi nei combattimenti a Bangui e altrove. Allora, aggiunge la religiosa, penso sia essenziale restare in questi momenti, sarebbe troppo facile essere fedeli nelle situazioni normali, il Signore non ci abbandona mai, in qualsiasi momento della nostra vita. Noi, come possiamo fare altrimenti.. e poi – conclude suor Giulia – questa è ora la nostra terra, il nostro Paese.