Il Papa proclama Santi i Martiri di Otranto e due religiose

papaCITTA’ DEL VATICANO – Ieri mattina dinnanzi ad oltre 70mila fedeli presenti in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha proclamato santi i martiri di Otranto,  813 persone, sopravvissute all’assedio e all’invasione di Otranto da parte degli Ottomani e poi “decapitate perché si rifiutarono di rinnegare la propria fede”. Insieme a loro sono state canonizzane anche le religiose Laura Montoya, per la sua opera evangelizzatrice in Colombia, prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni, e Maria Guadalupe Garcia Zavala, nata in Messico nel 1878, che ha rinunciato ad una vita comoda per seguire la chiamata di Gesù e servire gli ammalati e gli abbandonati. Sono luminosi esempi di fedeltà a Cristo – ha detto il Papa – e ci esortano ad “annunciarlo con la parola e con la vita, testimoniando l’amore di Dio con il nostro amore, con la nostra carità verso tutti”. I Santi proclamati oggi – ha proseguito Papa Francesco – suscitano anche domande alla nostra vita cristiana: Come io sono fedele a Cristo? Portiamo con noi questa domanda, per pensarla durante la giornata. Chiediamo per intercessione della Beata Vergine Maria e dei nuovi Santi – ha concluso il Papa – che il Signore riempia la nostra vita con la gioia del suo amore. Al termine della Messa per le canonizzazioni, il Papa ha presieduto la preghiera mariana del Regina Caeli, rivolgendo i suoi auguri a Italia, Messico e Colombia, Paesi di provenienza dei nuovi santi, e lanciando un appello per la difesa della vita dal concepimento. “A questo proposito – ha detto – mi piace ricordare anche la raccolta di firme che oggi si tiene in molte parrocchie italiane, al fine di sostenere l’iniziativa europea ‘Uno di noi’, per garantire protezione giuridica all’embrione, tutelando ogni essere umano sin dal primo istante della sua esistenza”. Al termine della preghiera mariana Papa Francesco a bordo della jeep ha salutato i fedeli arrivando sino in Via della Conciliazione e scendendo dal veicolo per abbracciare i numerosi disabili.