Lumen Fidei: enciclica scritta a quattro mani dai Papi Ratzinger e Bergoglio

PAPA FRANCESCOCITTA’ DEL VATICANO – Il valore storico della Lumen fidei è subito evidente: la prima enciclica di Papa Francesco è stata scritta a quattro mani con il suo predecessore Benedetto XVI, una sitauzione senza precedenti, anzi il testo era già stato quasi completato da Papa Ratzinger; a quella prima stesura Bergoglio ha aggiunto ulteriori contributi; inoltre, la Lumen fidei, che significa Luce della fede, sigilla l’anno della fede, approfondendo la riflessione sulla prima virtù teologale. La fede è una luce da riscoprire, capace di illuminare tutta l’esistenza umana: il tema fondamentale dell’enciclica è esposto nell’introduzione. L’impostazione ratzingeriana si ritrova soprattutto nei primi capitoli; l’accento sulla speranza, collegata alla fede, è facilmente attribuibile a Papa Bergoglio, che ripropone la già celebre esortazione: “Non facciamoci rubare la speranza”.
Chi crede, vede. Chi crede, non è mai solo, perché la fede è un bene per tutti, un bene comune che aiuta a distinguere il bene dal male, a edificare le nostre società, donando speranza. Testimone affidabile della fede è Gesù, attraverso il quale Dio opera veramente nella storia. Chi crede in Gesù non solo guarda a Lui, ma anche dal Suo punto di vista. La fede, inoltre, non è un fatto privato. L’enciclica dimostra poi lo stretto legame tra la fede e la verità; il mondo contemporaneo è irretito dal relativismo e dimentica la domanda su Dio; in realtà, è possibile il dialogo tra fede e ragione: innanzitutto, perché la fede risveglia il senso critico ed allarga gli orizzonti della ragione; in secondo luogo, perché Dio è luminoso e può essere trovato anche dai non credenti che lo cercano con cuore sincero. Si scorge qui in modo chiaro il magistero di Ben XVI, che pone un passaggio ulteriore: la fede porta necessariamente all’evangelizzazione: chi si è aperto all’amore di Dio, infatti, non può tenere questo dono solo per sé. La fede, poi, si trasmette attraverso i Sacramenti.
Sono tanti gli ambiti illuminati dalla fede: la famiglia fondata sul matrimonio, inteso come unione stabile tra uomo e donna; il mondo dei giovani ai quali “l’incontro con Cristo dona una speranza solida che non delude”.
Anche la sofferenza e la morte ricevono un senso dall’affidarsi a Dio: all’uomo che soffre il Signore offre la sua presenza che accompagna. In questo senso, la fede è congiunta alla speranza.
L’enciclica Lumen fidei si presenta, quindi, come uno splendido esempio di collaborazione e di sintonia tra i due papi, che ancora una volta questa mattina si sono incontrati e abbracciati in Vaticano, in occasione dell’inaugurazione della statua di S. Michele arcangelo.