L’esperienza di chi è straniero a Genova. I racconti di padre Mauro Armanino

padre mauro armaninoGENOVA – Riceviamo e pubblichiamo la corrispondenza di padre Mauro Armanino, missionario della SMA.  Stranieri a Genova – N.K. era sul ’20’ che va a Sampierdarena passando dalla stazione Principe. Ha subito mostrato l’anello di sposa e il marito appoggiato a piantonare una borsa dall’aria di scialuppa. All’epoca lei aveva accolto Frank ancora detenuto in permesso premio nel suo ufficio. Nigeriani entrambi come il ‘dottor’ Raph che aveva completato gli studi in Grecia. Da Atene aveva portato testimonianze della prostituzione di sue connazionali sulle strade della capitale. Altre sono qui e con la croce al collo invitano i clienti nei vicoli del Centro Storico. La ragazza di Frank come lui nigeriana si sorprende al quinto mese di gravidanza. Emmanuel rifugiato dalla Nigeria cerca un lavoro ormai impossibile da trovare. Dice che Boy, arrivato dopo di lui traumatizzato dal viaggio nel mare si trova ora a Malta e magari lo raggiunge un giorno. Rifugiato riconosciuto non si trova bene da nessuna parte e neanche un precario ritorno al paese ha offerto nuovi sguardi alla sua vita. Sotto i portici c’era l’amico del Ghana che parla ogni settimana per telefono con la sua famiglia. Lavora ormai da tre anni per mandare i soldi e casa e tornerà al paese l’anno prossimo per visitarla. Domic è un indiano di Goa e invece viaggia al paese per sposarsi. E’ arrivato al molo del Porto Antico con pane secco che spezzava come l’ultima cena. I pesci e i piccioni si passavano parola. Era il pane avanzato dopo la moltiplicazione dei problemi sul lavoro. Dice che ora è difficile e che nel passato gli andava bene. Ha potuto far viaggiare parte della famiglia dall’India fino a Londra che conta raggiugere l’anno che viene. Forse i pesci lo seguiranno poco dopo se non troveranno pane. Nel frattempo le è nato Adam col nome di terra. Ousia di origine marocchina che da anni accudisce alcune persone anziane sole. Lo fa girare tra i vicoli con la carozzella e sfida le ripide scale della vita col marito che per fortuna ha trovato un lavoro par- time. Raaga è tornata in Egitto appena in tempo per il colpo di stato dei militari e si dice contenta dell’accaduto. Con l’amico argentino la conversazione si è avvalsa di un caffé sul sagrato della chiesa delle Vigne. Si incrociano i vicoli e anche le vite dei passanti con l’attesa del venercì sera. Isabel lavora i primi giorni di ogni settimana e sua figlia peruviana è venuta a visitarla l’anno scorso. Le dicono di tornare al paese che ora sembra andare meglio. Lei porta ancora sangue inca e intende terminare gli studi da infermiera per curare le ferite della migrazione. Aveva abbandonato i figli per cercare fortuna e se stessa perché allontanata da casa dal marito che la tradiva. Ha continuato a studiare come sopravvivere tra mille mestieri e ha imparato a vedere cosa succede all’ombra delle famiglie italiane di sera. La comunità filippina continua a tessere invisibili trame di relazioni col paese di origine. Sofia dice buongiorno in inglese e ride dopo essersi applaudita. Ha un paio d’anni che sembrano crescere come la marea alla darsena. Dice ciao perché la nonna di nome Lourdes le insegna come diventare italiana con l’accento di chi vive a Genova. Abita al Lagaccio dove ancora la moschea non si può fare perché hanno protestato parte dei cittadini del posto. Don Prospero l’aveva inserita nel presepe di qualche anno fa e un’insurrezione l’aveva eliminata. Ora che è iniziato il Ramadan il presepe è rimasto incartato perché Natale è da un’altra parte del mondo a rammentare la pace. Isoke si veste di bellezza e presenta il film sulle ragazze di Mami Wata col marito Claudio. Ora abitano assieme in via Lomellini che scende languidamente verso Caricamento.Yolande ritrova la snellezza dimenticata per un tempo. Suo figlio va a scuola e senza dubbio un giorno domanderà di conoscere il Burundi dal quale sua madre è partita da nove anni. Angelo da buon uruguaiano ama il calcio, l’asado e la musica. Di nascosto suona la chitarra nella basilica e si esercita col campanello durante la messa. Suo figlio vuole cominciare medicina e nel frattempo lavora per pagare gli studi che non finiranno mai. Viaggia con regolarità il bus colorato e tagliato a metà dalla pubblicità. Porta in giro gli altri stranieri che fanno il giro turistico della città con traduzione simultanea in varie lingue. Nell’acquario la nuova vasca dei delfini è aperta al pubblico.