Il Papa al centro Astalli: i rifugiati dobbiamo servirli, accompagnarli e difenderli

papa astalli rifugiatiROMA – Dopo la visita a Lampedusa, il Papa ha incontrato ancora una volta gli ultimi. Francesco ha visitato gli ospiti del centro Astalli, nel cuore di Roma, soprattutto rifugiati che ogni anno vengono per ricevere un aiuto, una parola di speranza. Il Papa si è soffermato con ognuno di loro, li ha ascoltati, ha voluto sapere della loro storia. il Santo Padre si è poi recato nella Chiesa del Gesù, luogo simbolico e significativo per il Centro, perché lì si trova la tomba di Padre Pedro Arrupe, fondatore del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati. Qui, nel suo discorso, Francesco ha ricordato che Roma – dopo Lampedusa e altri luoghi d’arrivo – è la seconda tappa dove i rifugiati arrivano al termine di un viaggio difficile ed estenuante, a volte violento. Roma dovrebbe dunque recuperare il suo volto di città eterna, città di speranza, città umana mentre troppo spesso queste persone vivono qui situazioni di degrado. Poi il Papa ha scandito il suo pensiero con tre parole: servire, accompagnare, difendere. I poveri ha detto sono maestri privilegiati della nostra conoscenza di Dio: la loro fragilità e semplicità smascherano i nostri egoismi, le nostre false sicurezze, le nostre pretese di autosufficienza, per questo siamo chiamati a servirli, a rinoscere la domanda di giustizia che portano dentro. Ma questo può non bastare, siamo chiamati ad accompagnarli affinché possano seguire una strada per non essere più poveri. Infine il Papa invita a difenderli, a difendere i diritti di queste persone schierandoci dalla loro parte. Di qui l’appello agli istituti religiosi: i conventi vuoti non servono alla chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi, ha spiegato. I conventi vuoti non sono vostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. L’appello di Francesco è dunque che gli istituti aprano le loro porte, con coraggio e responsabilità.