Rep. Centrafricana: torture e mutiliazioni per i detenuti della Seleka. Padre Gazzera: preghiamo per loroer loro

seleka-repubblica-centrafricana-islamREPUBBLICA CENTRAFRICANA – Non si placano le violenze in Repubblica Centrafricana, conseguenti alla presa di potere del nuovo Presidente Michel Djotodia, e dalle incursioni dei ribeli della Selekà. La corrispondenza di Padre Aurelio Gazzera, missionario carmelitano e direttore della Caritas diocesana di Bouar, riferisce di continue aggressioni e devastazioni. Nella zona di Bocaranga, un 25enne è stato arrestato dalla Selekà, accusato ingiustamente di aver sottratto soldi, e portato a Bozoum. A causa delle torture subite per undici giorni il giovane avrebbe perso un occhio e paralizzate braccia e mani. La famiglia per farlo uscire dal carcere avrebbe dovuto pagare 90mila franchi. Una madre, vedova di un pastore che avrebbe perso la vita nella festa del Ramadam, ha chiesto aiuto per il figlio, a sua volta torturato e mutilato. In questo caso la Seleka avrebbe chiesto 150mila franchi di riscatto. A questo punto Padre Aurelio avrebbe deciso di andare a visitare la base dei Selekà ricevendo a sua volte percosse e minacce di morte. Il religioso chiedeva condizioni più umane per i detenuti e la liberazione di almeno uno. “In un primo tempo pensavo di non fare troppo rumore -scrive Padre Aurelio – poi la notizia si è sparsa, a Bangui, Bouar ecc…Allora ho mandato in giro i dettagli di quello che è successo…Tra le molte persone che hanno chiamato – prosegue – anche qualcuno da La Haye, da parte del Tribunale Penale Internazionale, che ha chiamato il capo dei ribelli di qui… e gli ha fatto il cicchetto… Poi mi ha detto di chiamarlo, e il capo mi ha presentato delle scuse… al che io gli ho ricordato di liberare quanti sono ancora in prigione…. In questi giorni controllerò”. Infine un’invito che padre Aurelio rivolge a tutti “Ho anche iniziato a vendicarmi dello “schiaffeggiatore”, pregando per lui. Mi date una mano?”