Dopo lo sgombero della Colmata, abbiamo incontrato i romeni. “Viviamo di elemosine, ma è molto meglio che stare nel nostro Paese”

sgombero colmataCHIAVARI – “Sono rumena, vengo da Timisoara. Mia figlia ha sette anni,va a scuola. Io sono in Italia perché voglio aiutare lei e tutta la mia famiglia”. Cristina, il nome è di fantasia, chiede elemosine nel centro di Chiavari. Lo fa pensando ai suoi in Romania. La incontro in piazza Ns. dell’Orto in compagnia di altre ragazze. Cristina è rom, parla lo zingaro, è nata in condizioni di povertà. Il suo Paese non l’aiuta. “Non c’è lavoro, portiamo a casa 2 o 300 euro. Ma il mangiare costa molto, più che in Italia. In Romania con 10 euro fai un solo pasto. A Chiavari, comprando bene in un supermercato, con 10 euro mangio per più di un giorno. Ma anche la scuola costa e molti altri servizi. E’ giusto pagare, ma alla fine del mese non mettiamo niente da parte”. Qui a Chiavari le elemosine fruttano a Cristina dai 15 ai 25 euro al giorno. “Io e mio marito, alla fine del mese, portiamo in Romania 5, 600 euro. La mia famiglia può vivere meglio”. Le chiedo perché vuol vivere in queste condizioni di precarietà, sotto un tetto di fortuna, su un materasso trovato per caso, mangiando male e in situazioni di scarsa igiene. “Vivere così è sempre meglio che stare in Romania. Non ci piace, siamo umani anche noi, ma una casa in affitto a Chiavari costerebbe troppo e in ogni caso non c’è nessuno che ce la dà, hanno paura, pensano che rubiamo, che ammazziamo”. I rumeni non sono tutti uguali, ci tiene a precisare. Non vogliamo andare in prigione. Questo non aiuterebbe nè noi nè la nostra famiglia. Il punto è ptoptio questo. Sono stranieri, ma hanno una loro vita, una loro umanità. Quanti di noi, nel Tigullio, sanno qual è un piatto tipico rumeno? “Noi mangiamo la chorba, un brodo di carne e verdure. Amiamo la musica dance e i balli tradizionali. Perchè avere paura di noi? Perché nessuno ha voglia di conoscerci meglio? Chiediamo l’elemosina, ma non facciamo del male. Vogliamo solo un po’ di fiducia”. Cristina viveva nella parte di Colmata che hanno sgomberato ieri. Stanotte hanno dormito in stazione, domani non si sa. “Non abbiamo mai fatto del male alle persone che parcheggiano in Colmata, nè spaccato nulla. Vogliamo solo raccogliere soldi per la nostra famiglia ed essere trattate come persone. Se solo sapeste cosa vuol dire vivere in condizioni di povertà perenne nel proprio Paese, allora capireste perché viviamo così e quali sono i nostri sogni e i nostri obiettivi e perché chiediamo elemosine”.