Il testamento spirituale di don Caffarello: “Vigilate, collaborate con i sacerdoti, pregate per me”

caffarelloCHIAVARI – Dall’intuizione dei rapidi mutamenti che avrebbero interessato il quartiere, all’impegno per la costruzione della nuova chiesa di Sampierdicanne; dal travaglio della burocrazia e delle difficoltà, alla consacrazione del nuovo edificio sacro, congiunto con l’antico. Fino alla decisione di lasciare l’incarico di parroco. E’ racchiusa in questa parabola la testimonianza di don Giulio Caffarello, nel ricordo del suo successore, don Tonino Maffei, che all’inizio della Messa funebre ha ricordato l’accoglienza ricevuta dall’anziano sacerdote, nella sua sobrietà. Quanto è difficile, ha detto don Tonino, costruire oggi una chiesa fatta di pietre vive, ma la testimonianza di don Giulio, e la strada indicata dalla Quaresima, dicono che è possibile, ha concluso don Tonino. E don Giulio, nel suo testamento spirituale, che Mons. Tanasini ha condiviso con i fedeli nell’omelia, ha indicato la via, chiedendo di non cedere agli elogi funebri, perchè scrive, oggi, nella luce di Dio, sono nella verità e perchè la morte del sacerdote è essa stessa un insegnamento per i fedeli. Il prete, colui che ha parlato alla sua gente delle cose ultime, dell’al di là, invita oggi alla vigilanza. la morte del sacerdote come patrimonio per una comunità, perchè egli spende la sua vita per i fedei, e dunque, ciò che ha fatto, resta patrimonio per i bene comune. Di qui un canto di gratitudine, nelle parole di don Caffarello, per ciò che ha ricevuto i vita, alla Vergine Maria e ai genitori, che si spesero per la sua vocazione, alla sorella, esempio, aiuto e richiamo. Un grazie a chi lo ha aiutato a realizzare la sua opera. E un ammonimento, un invito ad una maggiore collaborazione dei fedeli con il sacerdote, per fare di più e meglio. E l’offerta del perdono, l’affidamento alla misericordia di Dio, nella consapevolezza grata di non avere cose materiali da lasciare, ma di aver ricevuto in vita ciò che aveva chiesto a Dio, ossia l’incontro con anime grandi, e per questo, la semplicità del saluto, in un Arrivederci