La corrispondenza di padre Mauro Armanino dal Niger

armaninoNIGER – Riceviamo e pubblichiamo la corrispondenza di Padre Mauro Armanino dal Niger. “Il passaporto di Tony. La copertina blu scuro con le scritte sbiadite della Repubblica del Kenia. Ma è solo una finzione. Sotto la custodia c’è il passaporto vero della CEDEAO/ECOWAS. La Liberia è uno degli stati membri della comunità dell’Africa Occidentale. La Republica della Liberia è nata e si è sviluppata sulle ceneri della schiavità. Questa si è perpetuata fino colpo di stato del sergente Doe primo e unico presidente indigeno del paese. La guerra civile di Taylor e gli anni di distruzione di massa rendono il passaporto di Tony ancora più importante.E’ nato a Monrovia nel ’69 e di professione fa il pittore. Imbianchino o surrealista la differenza sta nella parete o nell’oceano che ha davanti. Il timbro della Costa d’Avorio e lo stesso giorno del Ghana e il Kenia meno di due mesi dopo. Una puntata con espulsione inclusa a Bangkok in Tainlandia malgrado il visto. Poi la deportazione in Africa. Ancora il Ghana e poi il Togo. L’approdo all’aeroporto Diori Hamani di Niamey è accaduto senza che lui lo sapesse. Da buon pittore si è trovato dipinto in un hotel della capitale. Gli hanno vietato di riprendersi il passaporto finché non avesse saldato il conto. Finiti i soldi del fratello solo la minaccia di denuncia alla polizia lo ha costretto a chiedere aiuto. Telefona all’altro fratello che si trova a Singapore per farsi mandare i soldi del ritorno. David non ha neppure il biglietto del bus che lo trasportato fino a Niamey. E’ un altro liberiano che non crede alla pace finta dei vincitori. Arriva in Spagna passando dal Marocco dove gioca qualche torneo di calcio. Senza documenti non ha la possibilità di emergere come vorrebbe. Allora decide di tornare al mittente per diventare normale. Gli euro con cui viaggia fanno sospettare le autorità algerine che lo detengono per tre anni in carcere nei pressi di Oran. Un lontano parente gli manda i soldi per il ritorno che inciampa a Niamey con le consuete ruberie di frontiera. David cerca un posto per stare tranquillo prima di tornare al paese che ha lasciato da otto anni. Gisele ha una carta d’identità falsa. E’partita cinque anni fa dal Congo Brazza per raggiungere l’Europa con alcuni amici. Non ha mai superato la barriera spinata di Melilla in Marocco. Nel soggiorno a Fez diventa madre di Shekina. La’gloria di Dio’ che si porta dietro ha un anno e mezzo. La carta d’identità che gli permette di viaggiare è di un’altra persona chiamata Kadiatou. Nome autentico e solo cambia la foto formato tessera. Gisele si chiama adesso Kadiatou per passare le frontiere e tornare a casa quando possibile. Dorme alla stazione e nessuno crede ai dollari americani che esibisce per il cambio. Parte il giorno dopo con Shekina e il suo nome di riserva. Daniel arrriva da Congo Town di Monrovia. I Congo sono i figli degli schiavi di che hanno deciso di tornare in Africa. Come per la Sierra Leone così per la Liberia. Porzioni di terra d’Africa comprate dai padroni per fare pratica di libertà sugli altri. Neri che colonizzano neri prima schiavi dei bianchi. Il razzismo sostituisce la schiavitù perché non sia mai la società di uguali. Daniel lavora per qualche anno come muratore a Bengasi in Libia. La guerra lo nasconde per qualche anno nei campi di detenzione. Si costruisce una nuova identità come barbiere e con questo mestiere si paga il viaggio da Agadez fino a Niamey. Viaggia con un certificato di smarrimento dei suoi documenti. Prince non ha più di vent’anni. E’ esportato in Nigeria durante la guerra mondiale di Monrovia. Un paio d’anni con un pastore protestante sono sufficienti per spingerlo al viaggio. ‘Deeper Life’, la vita profonda si chiama la chiesa che lo ospita. Per cercarla passa varie frontiere senza passaporto fino a Tamarrasset. In Algeria l’espulsione lo sorprende nel tentativo di raggiungere quello che non trova. Da tre settimane a Niamey cerca di sorprendere la vita per tornare dopo dieci anni al paese. Era un bambino quando partiva e quasi un uomo quando torna. Della sua famiglia rimangono le foto firmate dietro senza data e senza nome. Le guerre cancellano la vita e disegnano cimiteri. Tony torna il giorno dopo per annunciare che suo fratello gli paga il viaggio per andare in Iran. Prima di partire dice che passerà a ritirare il suo passaporto. mauro armanino,niamey,marzo 2014”