Il Papa invita a portare la gioia della Resurrezione nella vita quotidiana

ANGELUS PAPACITTA’ DEL VATICANO – L’annuncio della resurrezione come uno squarcio di luce nel buio, per i diecepoli, dopo la morte del Maestro; l’invito alle donne: dite loro di andare in Galilea, il luogo della prima chiamata. Un invito, cioè, a rileggere tutto, tutto quello che era avvenuto in quegli anni, a partire dalla fine, che è un nuovo inizio. E’ la lettura che ha dato Papa Francesco del Vangelo della Resurrezione di Gesù, nella veglia pasquale, con un richiamo potente: tornare in galilea, ossia riscoprire il battesimo, e custodire la memoria viva dell’incontro personale con Cristo.

Il Vangelo è chiaro: bisogna ritornare là, per vedere Gesù risorto, e diventare testimoni della sua risurrezione. Non è un ritorno indietro, non è una nostalgia. E’ ritornare al primo amore, per ricevere il fuoco che Gesù ha acceso nel mondo, e portarlo a tutti, sino ai confini della terra. Tornare in Galilea senza paura.

Papa Francesco ha celebrato la S. messa nel giorno di Pasqua in una piazza San Pietro affollatissima, gremita fino a Via della Conciliazione. Al termine, alla Loggia della basilica Vaticana, ha impartito la benedizione e pronunciato il tradizionale messaggio Urbi ed Orbi, alla città e al mondo. la resurrezione di Cristo è la buona notizia per eccellenza, ha detto il Papa, ed una testimonianza di amore gratuito e fedele, che dona la vita e fa fiorire la speranza.
“Aiutaci a cercarti affinché tutti possiamo incontrarti, sapere che abbiamo un Padre e non ci sentiamo orfani; che possiamo amarti e adorarti”.

Aiutaci – ha chiesto – a sconfiggere “la piaga della fame”, aggravata da “conflitti” e da “immensi sprechi di cui siamo spesso complici”; a “proteggere gli indifesi”, specie “bambini”, “donne”, “anziani”, a volte sfruttati e abbandonati;

Quindi la preghiera per la popolazioni colpite de epidemie, per quanti sono lontani dai propri cari, per le persone sequestrate e per quelle emigrate.

“Ti preghiamo, Gesù glorioso, fa’ cessare ogni guerra, ogni ostilità grande o piccola, antica o recente!”.

Francesco non ha dimenticato i Paesi percorsi da conflitti e discordie, in particolare la Siria, perché quanti soffrono “possano ricevere i necessari aiuti umanitari”: e ancora ha chiesto di confortare le vittime delle violenze fratricide in Iraq, di sostenere la ripresa dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi e perché si fermino gli scontri nel Centrafrica, gli attentati terroristici in Nigeria, le violenze in Sud Sudan, e perché gli animi “si volgano alla riconciliazione” in Venezuela. Poi un pensiero speciale all’Ucraina, perché tutte le parti interessate, sostenute dalla Comunità internazionale, intraprendano ogni sforzo per impedire la violenza e costruire, in uno spirito di unità e di dialogo, il futuro del Paese”. Infine una preghiera per il mondo intero:

“Per tutti i popoli della Terra ti preghiamo, Signore: tu che hai vinto la morte, donaci la tua vita, donaci la tua pace!”