ROMA – Un coro di applausi e note è esploso all’arrivo del Papa che poi con le braccia alzate ha cantato con tutto lo Stadio in spagnolo: “vive Jesus el Senor”. E l’Olimpico è diventato arena di fede e speranza in cui il soffio dello Spirito Santo invocato dall’assemblea, come in un Cenacolo a cielo aperto, ha illuminato le menti e scaldato il cuore dei 52mila presenti provenienti da 55 Paesi. Forti gli appelli: all’unità del Rinnovamento; a non eccedere nell’organizzazione delle cose – lasciate agire Dio ha detto -; a non essere “controllori della Grazia”, “dogane dello Spirito Santo”:”Questo è il vostro percorso: Evangelizzazione, Ecumenismo spirituale, cura dei poveri e dei bisognosi e accoglienza degli emarginati. E tutto questo sulla base della a-do-ra-zione! Il fondamento del rinnovamento è adorare Dio!”. Cercate l’unità nel Rinnovamento – ha proseguito – perché l’unità viene dallo Spirito Santo e nasce dall’unità della Trinità: “La divisione, da chi viene? Dal demonio! La divisione viene dal demonio. Fuggite dalle lotte interne, per favore! Fra voi non ce ne siano!”. “Uscite nelle strade a evangelizzare, annunciando il Vangelo; ricordate che la Chiesa è nata “in uscita”, quella mattina di Pentecoste”, ha evidenziato Papa Francesco: “Avvicinatevi ai poveri e toccate nella loro carne la carne ferita di Gesù. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo, con quella libertà, e per favore, non ingabbiate lo Spirito Santo! Con libertà!”. Con autoironia il Papa ha ricordato anche di come definiva i Carismatici prima di diventarne assistente spirituale in Argentina: “una scuola di samba”. Poi ha sottolineato che il “Rinnovamento Carismatico è una grande forza al servizio dell’annuncio del Vangelo, nella gioia dello Spirito Santo (Evangelii Gaudium)”; voi avete ricevuto lo Spirito Santo – ha soggiunto – che vi ha fatto scoprire l’amore di Dio per tutti i suoi figli e l’amore per la Parola. Il Santo Padre ha più volte interrogato i presenti, come quando ha chiesto se i carismatici portano ancora oggi una copia della Bibbia, del Nuovo Testamento sempre con sé: “Lo fate ancora oggi?? [i fedeli:] ‘Sììì!!!’. Non ne sono tanto sicuro, eh? Se no, tornate a questo primo amore, portare sempre in tasca, nella borsa, la Parola di Dio! E leggere un pezzetto. Sempre con la Parola di Dio!”. Prima dell’intervento il Papa ha dialogato con i rappresentati dei sacerdoti, giovani, famiglie, ammalati. Ha chiesto perché non ci fossero rappresentanze di nonni, “assicurazione della nostra fede – ha puntalizzato – condotti dallo Spirito Santo”: “Gli anziani! Sono la nostra saggezza, sono la saggezza della Chiesa; gli anziani che tante volte noi scartiamo”. Conversando con una moglie e mamma ha rimarcato la centralità della famiglia, dove “Gesù cresce, cresce nell’amore dei coniugi, cresce nella vita dei figli”. E per questo sotto l’attacco del nemico: “Le famiglie sono questa Chiesa domestica. Ma gli sposi sono peccatori, come tutti, ma vogliono andare avanti nella fede, nella loro fecondità, nei figli e nella fede dei figli. Il Signore benedica la famiglia, la faccia forte in questa crisi nella quale il diavolo vuole distruggerla”. E’ la vicinanza che ha indicato ai sacerdoti, esortandoli alla prossimità con Gesù e alla gente, con il popolo di Dio: “Amate la vostra gente, siate vicini alla gente. Questo è quello che chiedo a voi, questa doppia vicinanza: vicinanza a Gesù e vicinanza alla gente”. Parlando poi con un ragazzo ha indicato la via di una giovinezza che “scommette su cose grandi”, rispetto ad una vita tenuta “in cassaforte”: “Così questa gioventù diventa vecchia, nel peggiore senso della parola. Diventa uno straccio. Non serve a niente. La gioventù è per rischiarla: rischiarla bene, rischiarla con speranza. E’ per scommetterla su cose grandi. La gioventù è per darla, perché altri conoscano il Signore. Non risparmiate per voi la vostra gioventù: andate avanti!”. Dopo la testimonianza di una non vedente, il Papa ha indicato come la sofferenza sia testimonianza e vicinanza a Gesù: “I fratelli e le sorelle che soffrono, che hanno una malattia, che sono disabili, sono fratelli e sorelle unti dalla sofferenza di Gesù Cristo, imitano Gesù nel momento difficile della sua croce, della sua vita. Questa unzione della sofferenza la portano loro avanti, per tutta la Chiesa”. Toccante il momento della preghiera in cui il Papa ha parlato della “santa ubriachezza”, quella che fa parlare le lingue della carità, rispetto agli egoismi di potere. Poi ancora il richiamo all’unità e scrosciante l’applauso per l’invito del 2017: “Cercate l’unità del Rinnovamento, unità che viene dalla Trinità! E aspetto tutti voi, carismatici del Mondo, per celebrare, insieme al Papa, il vostro grande Giubileo alla Pentecoste del 2017 nella Piazza di San Pietro! Grazie!”.