Imu sui terreni agricoli, si cerca la quadra fra ricorsi e proteste

imu AGRICOLTURACHIAVARI – La questione relativa al pagamento dell’Imu sui terreni agricoli si complica sempre di più. Ieri avrebbe dovuto riunirsi il Consiglio dei mMinistri per discutere anche su questo argomento ma la riunione è stata rinviata al 28 gennaio. Per la giornata di oggi è prevista però una riunione fra Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Economia e Ministero delle Politiche Agricole Martina per decidere come muoversi, perchè allo stato attuale il pagamento della tassa sarebbe fissato per lunedì, ma ci sono due ricorsi pendenti.
Facciamo il punto della situazione, riassumendo la storia di questa tassa, nel servizio redatto con la collaborazione della commercialista Giovanna Copello

 

Il primo annuncio, circa una variazione dei parametri di tassazione sui terreni agricoli cosiddetti montani arriva ad aprile del 2014. Il decreto apposito arriva però 7 mesi dopo, il 28 novembre, ma è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 dicembre, solo dieci giorni prima della scadenza di pagamento, fissata per il 16 dicembre.
Il Tar del Lazio nel frattempo ha accolto il ricorso presentato dall’Associazione nazionale dei Comuni italiani della Liguria e di altre regioni, perché il decreto è stato emanato dopo che la maggior parte dei comuni avevano già approvato l’assestamento di bilancio, e dunque, non avrebbero più potuto variare i propri conti.
Il pagamento è stato quindi rinviato al 26 gennaio. In questo lasso di tempo non ci sono state variazioni significative: si aspettava un segnale da parte del Governo, sollecitato a trovare un’altra copertura di bilancio, per eliminare la nuova tassa, ma questo non è avvenuto. In prima linea le amministrazioni comunali, che hanno subito in questi ultimi mesi i tagli dei trasferimenti dallo Stato ma hanno incassato finora pochissimo: molti contribuenti hanno deciso infatti di aspettare la scadenza, ossia il 26 gennaio, per pagare; molti altri hanno invece preferito non pagare nulla, per non rischiare di dover poi chiedere il rimborso.
Nel frattempo è stato presentato un altro ricorso al TAR del Lazio da numerosi Comuni, che verrà discusso il 4 febbraio.
Allo stato attuale, però, il Tribunale amministrativo regionale non ha confermato la sospensiva, e quindi la norma è tornata in vigore, in attesa dell’udienza per la trattazione nel merito del ricorso stesso, fissata per il 17 di giugno.
Il secondo ricorso, invece, sarà discusso il 4 febbraio, e potrebbe comportare sia l’annullamento del decreto sia sulla sospensione della sua efficacia: in questo caso il pagamento del 26 gennaio slitterebbe al 4 febbraio, non in base ad atti legislativi ma in base a decisioni del TAR che però potrebbero anche non venire confermate in futuro.
In questo quadro complesso alcuni comuni quali Casarza Ligure e Sestri Levante hanno già deciso di non applicare sanzioni sui ritardi, anche se la scadenza ed i criteri venissero confermati. Una linea di tendenza che potrebbe essere confermata anche dalle altre amministrazioni locali.