Kenya, il sestrese Angelo Pittaluga da Nairobi: “Clima di preoccupazione e dolore”

IMGP0081NAIROBI – Un atto di brutalità insensata. Così il Papa ha definito la strage compiuta all’Università di Garissa, in Kenya con un bilancio finora accertato di 147 morti, barbaramente uccisi dai fondamentali somali al Shabaab, ma fonti locali non escludono che si possa superare i 200 morti. Il gruppo, legato ad Al-Quaeda, ha rivendicato il gesto e minacciato nuovi attacchi mortali fino a che il Kenya manterrà le sue truppe nella vicina Somalia, dove dal 2011 combatte i miliziani al Shabaab. All’Università di Garissa la maggior parte degli studenti non è della zona, ma arrivano da varie parti del Paese. Un attacco dunque che sembra essere un messaggio a tutto il Kenya. Oggi ci hanno scritto Angelo e Valentina Pittaluga, i due giovani sposi di Sestri L. impegnati da tempo nel Kenya con Caritas Italiana. Qui a Nairobi la situazione rimane tranquilla, dicono, anche se tutto intorno si respira un clima di forte preoccupazione e dolore per i morti di Garissa. L’attacco terroristico ha sconvolto il Paese, in questi giorni di Pasqua, portandosi via la gioia dell’attesa e la serenità della festa. La comunità cristiana presente nella Diocesi, al confine tra il Kenya e la Somalia, si sente fortemente minacciata e vive momenti di grande paura. L’Università di Garissa è sempre stata un luogo dove giovani studenti, sia cristiani che musulmani, convivevano pacificamente, senza problemi. Rappresentava insomma i principi contro cui il terrorismo si scaglia: l’educazione, l’integrazione e la tolleranza, e per questo probabilmente è stata presa di mira. Nell’unirci al dolore delle famiglie dei giovani uccisi, e al lutto di tutto il Paese, preghiamo che questa violenza non generi nuova violenza, vendette e divisioni. E che la Pasqua possa portare davvero a una Risurrezione, a un nuovo periodo di pace qui in Kenya e nel resto del mondo.