CEI, Card. Bagnasco: gender, colonizzazione ideologica

bagnascoCITTA’ DEL VATICANO – Finalmente, sull’immigrazione, l’Europa sembra aver dato un colpo, da anni atteso e che forse si doveva pretendere. Così il Cardinal Bagnasco all’Assemblea generale della CEI che tuttavia aggiunge: il colpo è flebile e avaro a livello di risorse: serve un quadro normativo chiaro e vincolante per tutti gli stati membri. Nella sua prolusione sulle sfide del mondo e dell’Italia il cardinale ha guardato poi con preoccupazione alle crescenti violenze anticristiane. Spegnere i riflettori e stare in silenzio, lasciando che la carneficina continui, sarebbe diventarne conniventi, colpevoli di fronte al tribunale di Dio e della storia. Le soluzioni non sono semplici, ma pensiamo che la diplomazia possa fare molto di più. Parlando dello Stato Islamico Bagnasco invita a troncare ogni rapporto economico o geopolitico e soprattutto segreto: nessuno commerci con la vita umana, ha esclamato. Poi l’emergenza occupazione in Italia: tante le eccellenze italiane concupite da occhi stranieri, ha detto. Se da una parte i politici danno messaggi di svolta e fiducia, dall’altra vediamo i disoccupati non diminuire, né i giovani entrare facilmente nel mondo del lavoro. Il Card. pensa poi alla riforma della scuola, auspica scelte di buon senso in tempi ragionevoli, invoca maggiore libertà di scelta per i genitori e chiede che la scuola statale e quella paritaria vengano riconosciute a pieno titolo pubblico servizio. Infine la famiglia minacciata dal divorzio breve, dal disegno di legge sulle unioni civili e dal gender, definito colonizzazione ideologica. “Educare al rispetto di tutti, alla non discriminazione e al superamento di ogni forma di bullismo e di omofobia, è doveroso, lo abbiamo sempre affermato, rientra nei compiti della scuola, ha spiegato il Presidente della CEI: Ma l’educazione alla parità di genere, oggi sempre più spesso invocata, mira in realtà ad introdurre nelle scuole quella teoria in base alla quale la femminilità e la mascolinità non sarebbero determinate fondamentalmente dal sesso, ma dalla cultura.