Meeting di Rimini: testimonianze forti dall’Irak e dalla Siria

Siria, due anni di conflittoRIMINI – Padre Douglas Al-Bazi, parroco di Mar Eillia ad Erbil in Iraq, e Padre Ibrahim Alsabagh, parroco della comunità di Aleppo in Siria, hanno raccontato al meeting di Rimini le loro storie di martirio, non solo personale, ma di interi popoli a causa della fede in Cristo. Padre Douglas ha esordito ricordando che fino al 2003 in Iraq c’erano circa due milioni di cristiani, oggi ne sono rimasti poco più di 200.000; Padre Douglas venne rapito e torturato per nove giorni dai terroristi dell’Isis: “mi hanno spaccato il naso -ha riferito-, colpito col martello in bocca e su una spalla e un disco della colonna vertebrale. Per quattro giorni sono stato lasciato senz’acqua. Tenevano alto il volume della televisione per non farsi sentire e mi colpivano ogni sera. Poi mi lasciavano incatenato con un lucchetto. Di questa catena avanzavano dieci anelli che ho usato come Rosario e il lucchetto per il Padre nostro”. Lunga e appassionata la testimonianza di padre Ibrahim, che ha tracciato un quadro della situazione ad Aleppo: “Viviamo nell’instabilità, mancano le risorse alimentari, l’acqua, siamo sotto i bombardamenti e le malattie si diffondono. Vengono a chiederci l’acqua in convento. E noi cerchiamo di cogliere in tutto questo i segni dello Spirito, condividendo questa esigenza e altri mille problemi e aprendo a tutti, cristiani e musulmani, le porte del convento”.