Carasco: residenti allarmati dalle zone a dissesto idrogeologico

frana carascoCARASCO – La messa in sicurezza della frana che insiste sul primo tratto della SP 586 subito dopo Carasco è ancora in corso di svolgimento. Si tratta di lavori in somma urgenza, ma la situazione non lascia margini sufficienti di tranquillità: il territorio è dissestato, la montagna sta cedendo, le incursioni sempre più frequenti dei cinghiali sono destabilizzanti. Così, sullo stesso fronte franoso, appena pochi metri più avanti rispetto al tratto quasi messo in sicurezza, si scorge un’ampia sporgenza, che non lascia presagire niente di buono. Lì non arrivano i lavori della Città Metropolitana di Genova, probabilmente perché le risorse non sono sufficienti. Ma c’è un’altra area che preoccupa gli abitanti di Carasco: basta spostarsi a livello del letto del torrente Sturla e si può notare che l’ansa principale è segnata da argini in parte sfaldati. Ci troviamo sul lato di Pian di Rocco, nell’ultimo tratto dello Sturla prima del ponte di S. Pietro, crollato l’anno scorso e appena ricostruito a una sola campata. Il corso dell’acqua va inevitabilmente a battere sulla sponda sinistra, dove l’argine in vari punti è crollato e non più ripristinato; sul versante destro l’argine non esiste proprio, ma la situazione desta meno preoccupazione, perché l’irruenza dell’acqua arriva in modo attutito. Venendo al ponte appena ricostruito, a ridosso del pilone di sinistra è stato costruito un muretto in pietra, che sporge rispetto a ciò che resta dell’argine: l’acqua, infatti, picchia sul muro e per l’effetto di risucchio fa scendere la terra della sponda naturale. Inoltre, nel caso eventuale di innalzamento del livello del torrente, l’allagamento della casa che si trova a ridosso del ponte sarebbe quasi inevitabile. Si tratta di una serie di preoccupazioni attualmente dibattute a Carasco: la stagione delle piogge si avvicina, ma non ci sono i soldi e i tempi per correre ai ripari.