Il Papa alla Messa di Pentecoste: lo Spirito Santo è sempre presente per tutti gli uomini

CITTA’ DEL VATICANO – La missione di Gesù, culminata nel dono dello Spirito Santo, aveva lo scopo essenziale di riallacciare la relazione degli uomini con Dio, rovinata dal peccato; “toglierci dalla condizione di orfani e restituirci a quella di figli”; questo il tema che il Papa ha sviluppato nell’omelia di Pentecoste nella Basilica Vaticana. La condizione di orfano si sperimenta tuttora in vari modi: la solitudine interiore in mezzo alla folla, la nostalgia di Dio, l’analfabetismo spirituale che rende incapaci di pregare, la difficoltà a sentire come vera e reale la vita eterna, la fatica a riconoscere l’altro come fratello. Dalla morte di Gesù sulla croce -ha spiegato il Pontefice-, è scaturita per tutta l’umanità, come un’immensa cascata di grazia, l’effusione dello Spirito Santo. In questo senso il Figlio ha promesso ai discepoli, prima di ritornare al Padre: “non vi lascerò orfani”. Queste parole di Gesù fanno pensare anche alla presenza di Maria nel Cenacolo; lei, pertanto, è la Madre della Chiesa, alla quale il Papa ha affidato in modo particolare tutti i cristiani, che hanno più bisogno della forza dello Spirito Paraclito. Questo termine -ha spiegato poi il Papa durante il Regina Coeli- significa consolatore: come il Figlio, così lo Spirito Santo ” ci assiste, ci difende, sta al nostro fianco nel cammino della vita e nella lotta per il bene e contro il male”. Gesù promette l’effusione dello Spirito Santo ai suoi discepoli, perché insegni loro ad amare come Dio ama, osservando i suoi comandamenti.