Orero, diverse perplessità sul biodigestore. Pignone: presentate presto le vostre osservazioni

ORERO -Impatto ambientale, rumore, inquinamento, traffico elevato, svalutazione degli immobili. Sono le cinque tesi che preoccupano Orero in merito alla realizzazione del biodigestore nell’area tra Piandeiratti e Isolona. Il punto è stato fatto in questi giorni durante la visita al sito da parte del consigliere metropolitano Enrico Pignone. Presenti anche la Giunta e l’opposizione. Il Sindaco Giacomo Gnecco ha espresso diverse perplessità legate all’arrivo ipotetico in zona di 20 mila tonnellate di rifiuti all’anno. Si va appunto dal traffico in aumento, all’impatto sull’ambiente, all’inquinamento e così via. Tuttavia, spiega Gnecco, occorre valutare attentamente la proposta perché ci sono anche vari elementi positivi, come oneri a favore del Comune e 6 o 7 posti di lavoro che rimarrebbero sul territorio. L’idea è anche di riunire la popolazione e discutere del caso, dato che sul tema c’è ancora parecchia confusione. Se da una parte la posizione della Giunta è quella di valutare bene, dall’altra l’opposizione si dice contraria. Secondo Iolanda Bacigalupi si potrebbe andare incontro a disagi per la presenze in loco diverse case e un agriturismo. Il consigliere metropolitano Enrico Pignone, che per la 1^ volta ha visitato il sito, ha invitato il Comune a presentare al più presto le proprie osservazioni, dato che entro la fine dell’anno si chiuderà la VAS, la valutazione ambientale strategica che ha rilievo regionale e così il Sindaco ha promesso di fare. L’idea della Città Metropolitana è di proseguire con la proposta del biodigestore ad Orero: Pignone, nel corso della sua visita, ha anche valutato altre aree dove eventualmente realizzare l’impianto, ad esempio una zona industriale dismessa ove un tempo c’era un capannone per la lavorazione dell’ardesia. Dunque, è ancora tutto aperto, anche se la zona tra Piandeiratti e Isolona resta la preferita dalla Città Metropolitana perché risponde ad alcuni requisiti fondamentali: è lontana da versanti a rischio frane, c’è la possibilità di un project financing con il comune e nel puc è già indicata come zona industriale dove intervenire.