CITTA’ DEL VATICANO – I pastorelli di Fatima, Francesco e Giacinta Marto, saranno proclamati santi il 13 maggio prossimo. Lo ha annunciato Papa Francesco nel Concistoro ordinario pubblico per il voto su alcune cause di canonizzazione. La canonizzazione quindi avverrà durante il viaggio apostolico del Papa a Fatima nel centenario delle Apparizioni della Vergine. Gli altri 35 beati saranno invece canonizzati il 15 ottobre prossimo.
La Vergine apparve ai fratellini Francesco e Giacinta Marto nel 1917, la prima volta proprio il 13 maggio, e alla loro cugina, Lucia Dos Santos, morta a 98 anni nel 2005. Francesco e Giacinta, invece, morirono da bambini a causa dell’epidemia di influenza “spagnola”, rispettivamente a 11 e 10 anni. Bambini “praticamente analfabeti, pastorelli, la cui breve vita fu ricca di fede, amore e preghiera”, ha spiegato il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ha presentato le figure dei nuovi futuri santi.
E’ invece nel Brasile del 1645 che si snoda la vita dei 30 martiri, massacrati durante l’occupazione olandese del Nord Est del Paese. Andrea de Soveral, Ambrogio Francesco Ferro, sacerdoti diocesani, il laico Matteo Moreira e 27 Compagni, furono trucidati dai soldati olandesi per non aver abiurato la fede cattolica e non essersi convertiti al calvinismo.
In Messico nella prima metà del 1500, si inscrive la vita degli adolescenti martiri Cristoforo, Antonio e Giovanni. Educati dai francescani, si allontanarono dal culto locale degli idoli. E proprio il contrasto all’idolatria dei culti locali, provocò la loro morte, quella di Cristoforo per mano del proprio padre.
Più vicina a noi in ordine temporale, la vita di Faustino Míguez, sacerdote scolopio spagnolo. Vive a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento. Per poter dare istruzione anche alle bambine povere e abbandonate, fonda l’Istituto Calasanziano delle Figlie della Divina Pastora.
Infine, Angelo da Acri, al secolo Luca Antonio Falcone, frate cappuccino. La sua vita si dipana fra il 1600 e il 1700 nel Regno di Napoli. Fu un instancabile divulgatore della Parola di Dio e difese i deboli dagli abusi dei potenti.
Vite diverse, ha sottolineato il porporato, unite dal comune annuncio del volto tenero e misericordioso di Dio.