Angelus: Gesù non si impone, ma si propone donandosi

CITTA’ DEL VATICANO – Prima di commentare la parabola del seminatore, il Papa all’Angelus ha spiegato che Gesù usava un linguaggio semplice, servendosi “anche di immagini che erano esempio di vita quotidiana in modo da poter essere compreso facilmente da tutti”: “ E con questo linguaggio Gesù faceva capire il mistero del Regno di Dio: non era una teologia complicata”. Il seminatore – ha spiegato Francesco – è Gesù che con questa immagine “si presenta come uno che non si impone, ma si propone; non ci attira conquistandoci, ma donandosi”, spargendo “con pazienza e generosità la sua Parola, che non è una gabbia o una trappola, ma un seme che può portare frutto” se noi lo accogliamo. Gesù – ha osservato il Papa – effettua una sorta di “radiografia spirituale” del nostro cuore, che è il terreno sul quale cade il seme della Parola: “Il nostro cuore, come un terreno, può essere buono e allora la Parola porta frutto, e tanto, ma può essere anche duro, impermeabile. Ciò avviene quando sentiamo la Parola, ma essa ci rimbalza addosso, proprio come su una strada”. “Troviamo il coraggio di fare una bella bonifica del terreno – ha concluso il Pontefice – una bella bonifica del nostro cuore, portando al Signore nella Confessione e nella preghiera i nostri sassi e i nostri rovi. Così facendo, Gesù, buon seminatore, sarà felice di compiere un lavoro aggiuntivo: purificare il nostro cuore, togliendo i sassi e le spine che soffocano la sua Parola”.