Il Papa: “Possa la liturgia diventare per tutti noi una vera scuola di preghiera”

CITTA’ DEL VATICANO – Circa settemila persone hanno preso parte questa mattina all’Udienza generale del mercoledì; fra loro tante famiglie co bambini, gli allievi della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza di L’Aquila-Coppito, e un gruppo della Fondazione Istituto nazionale dei tumori di Milano.
Nel corso della sua riflessione, il Santo Padre ha continuato a spiegare i vari passaggi della liturgia della Santa Messa, e in particolare si è soffermato sul Gloria che viene cantato e recitato nel corso dei riti introduttivi. “Possiamo dire che il Gloria”, ha spiegato, “costituisca un’apertura della terra verso il cielo, in risposta al chinarsi del cielo sulla terra”.
Di qui poi una riflessione su su quella forma particolare di preghiera denominata “colletta”, per mezzo della quale viene espresso il carattere proprio della celebrazione, variabile secondo i giorni e i tempi dell’anno. In particolare, il Papa si è soffermato sul tempo di silenzio che segue l’invito del sacerdote, che pronuncia la parola “Preghiamo”. “Nella liturgia”, ha detto, “la natura del silenzio dipende dal momento in cui ha luogo: durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, aiuta il raccoglimento; dopo la lettura o l’omelia, è un richiamo a meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la Comunione, favorisce la preghiera interiore di lode e di supplica.