Meeting di Rimini: senza Dio nessuna rivoluzione può soddisfare l’uomo

RIMINI – Ieri si è aperto il Meeting di Rimini 2018 di Comunione e Liberazione che ha per titolo “Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice”. Parole con le quali don Giussani sfidava un giovane a verificare quali fossero le forze che cambiano la storia, alzando l’asticella con cui misurare il suo tentativo rivoluzionario del 1968.
La rottura con il passato divenne l’imperativo categorico di una generazione che riponeva le proprie speranze in una rivoluzione delle strutture capace di assicurare maggiore autenticità di vita. Tanti credenti – scrive il cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato in un messaggio a nome del Papa agli organizzatori e partecipanti al Meeting – “cedettero al fascino di tale prospettiva e fecero della fede un moralismo che, dando per scontata la Grazia, si affidava agli sforzi di realizzazione pratica di un mondo migliore”.
Che cosa è rimasto di quel desiderio di cambiare tutto? Si torna ad erigere muri, invece di costruire ponti. Si tende ad essere chiusi, invece che aperti all’altro. Questo interrogativo – spiega il Pontefice – riguarda anche noi cristiani, che siamo passati attraverso la stagione del ’68 e che ora siamo chiamati a riflettere, insieme a tanti altri protagonisti, e a domandarci: che cosa abbiamo imparato? Di che cosa possiamo fare tesoro? “Nessuno sforzo, nessuna rivoluzione – conclude il messaggio del Papa al Meeting di Rimini -, può soddisfare il cuore dell’uomo. Solo Dio, che ci ha fatti con un desiderio infinito, lo può riempire della sua presenza infinita; per questo si è fatto uomo: affinché gli uomini possano incontrare Colui che salva e compie il desiderio di giorni felici”.