Papa: lo sviluppo rurale sia concreto, per combattere la fame nel mondo

ROMA – La nostra società ha ottenuto “grandi risultati” in diversi “ambiti del sapere”, ma milioni di persone nel mondo ancora “soffrono la fame e la malnutrizione”. La constatazione costituisce il punto di partenza della riflessione proposta da Papa Francesco dinnanzi ai partecipanti alla 42° sessione del consiglio dei governatori del Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo. L’intervento del Pontefice, in lingua spagnola, dura dieci minuti in cui chiarisce che, per raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, è necessario un impegno corale e l’assunzione di responsabilità. Papa Bergoglio precisa che la sua presenza alla cerimonia intende portare “gli aneliti e i bisogni della moltitudine di nostri fratelli che soffrono nel mondo”. La Santa Sede incoraggia da sempre “gli sforzi compiuti dalle agenzie internazionali per affrontare la povertà” e guarda al lavoro dell’Ifad con fiducia. Lo sradicamento della povertà, la lotta contro la fame e la promozione della sovranità alimentare, tuttavia precisa il Papa, sarà possibile solo se si promuoverà lo sviluppo rurale, di cui si parla da tempo ma non si è ancora concretizzato. Le sfide attuali, infatti, “sono tanto intricate e complesse che non possiamo continuare ad affrontarle in modo occasionale, con risoluzioni di emergenza”: occorre, invece, “dare protagonismo diretto a quanti sono colpiti dall’indigenza, senza considerarli meri recettori di un aiuto che può finire col generare dipendenze”. Infine il Papa si concentra sull’innovazione, che passa attraverso la capacità imprenditoriale, sul protagonismo degli attori locali e sull’efficienza dei processi produttivi, per ottenere la trasformazione rurale, al fine di sradicare la denutrizione e sviluppare in modo sostenibile l’ambito agricolo”. “In questo contesto – ha concluso Papa Francesco – è necessario promuovere una ‘scienza con coscienza’ e mettere la tecnologia realmente al servizio dei poveri”.