Coronavirus, colpito pesantemente anche il settore ittico ligure

REGIONE – Dallo strascico alla piccola pesca, con l’emergenza Coronavirus, sono ferme in porto la maggior parte delle imbarcazioni liguri, mentre le lampare che avrebbero dovuto iniziare a fine marzo la stagione della pesca all’acciuga, hanno deciso al momento di non armare le barche, non potendo garantire la distanza necessaria tra l’equipaggio e non avendo, una volta giunti a terra, garanzia di vendita del loro pescato a miglio zero, essendo chiusi i classici canali, che stagionalmente, attendono questo pesce locale, come ristoranti e alberghi. È l’allarme lanciato da Coldiretti Liguria nel sottolineare che gli ulteriori limiti agli spostamenti imposti dal Decreto Emanato dal Governo per fermare il contagio da Coronavirus, stanno colpendo duramente anche le marinerie liguri dove si registra un crollo della domanda di pesce fresco causato principalmente dal cambio delle abitudini dei cittadini. Se la ristorazione aveva, infatti, già drasticamente ridotto le richieste di prodotto, visto il calo dei clienti, la nuova tendenza a fare la spesa ogni 2-3 giorni per evitare di doversi recare spesso al supermercato, ha portato i consumatori ad orientarsi verso conservati e surgelati, che peraltro in 9 casi su 10 contengono prodotto straniero.