RAPALLO – Non è solo un passaggio burocratico, l’approvazione in consiglio comunale dell’atto suppletivo alla concessione demaniale marittima per il porto di Rapallo: di fatto, è la pratica che da il via libera alla ricostruzione della diga, crollata nella mareggiata di fine ottobre 2018.
Tecnicamente, la diga verrà rifatta e la quota di banchina sarà alzata, e questo perchè bisogna che la sommità sia più alta, visto che non è detto che non riaccada, una evento come quello di due anni fa.
Chi realizzerà la diga? La società concessionaria, la Porto turistico, con Bizzi and partners a fare da garante, perchè i lavori costeranno 38 milioni di euro. Il progetto è stato approvato in Regione un anno fa, poi l’inchiesta Caronte ha decapitato i vertici della Porto turistico, e siamo nel pieno di una pandemia che non ha di certo agevolato la prosecuzione spedita dell’iter.
Estremamente soddisfatto il sindaco, Carlo Bagnasco, che incassa il sì come il miglior regalo di Natale, per una città che sta affrontando la crisi sanitaria dopo aver subito i danni della mareggiata, con il crollo della diga, le imbarcazioni affondate, la chiusura del porto turistico, serbatoio di guadagni indotti preziosi per la città; e l’inchiesta, che rischiava di porre un ulteriore freno ad un’opera fondamentale, perchè il porto protegge non solo le barche che ospita ma anche l’intera città.
L’ingresso dell’imprenditore Davide Bizzi come garante e socio di maggioranza nella seconda fase, con relativo svilupo dell’area portuale e della zona di servizi collegata, ha sancito l’accordo con la Porto turistico, e ha aperto la strada all’approvazione in consiglio dell’atto che consente di iniziare i lavori.
Con qualche perplessità, sollevata dai due consiglieri di opposizione Isabella De Benedetti e Mauro Mele, rispettivamente Movimento cinque stelle e Partito democratico, che pur ribadendo di essere completamente in accordo con la messa in sicurezza dello scalo e della città, a beneficio dei posti di lavoro che il porto genera, si sono astenuti nella votazione, perchè negli atti manca una indicazione chiara circa l’avvio concreto dei lavori, perchè i posti in transito sono indicati all’esterno, e non all’interno del porto privato, perchè la città non è stata coinvolta in un dibattito pubblico ad ampio respiro, e perchè resta in sospeso la data di fine concessione, oggetto di un ricorso da parte del concessionario.