Messa crismale presieduta da Mons. Tanasini: la pandemia ha rafforzato il cammino di fraternità

CHIAVARI – Il momento di apertura del triduo pasquale, è stato celebrato oggi nella Cattedrale di N. S. dell’Orto a Chiavari. Il vescovo Alberto Tanasini ha presieduto la Santa Messa Crismale, per la benedizione degli olei, alla presenza di una rappresentanza del presbiterio diocesano. Nel rito è previsto il rinnovo delle promesse sacerdotali da parte di ciascun presbitero. La riflessione del vescovo ha preso spunto dall’attualità della pandemia e ha aperto una riflessione sull’importanza del cammino di fraternità tra sacerdoti e con il popolo di Dio.

Ecco un’ampia sintesi dell’omelia del vescovo:

“Ringraziando il Signore quest’anno abbiamo potuto celebrare la messa crismale nel contesto della settimana santa. Anche questo è un segno della nostra partecipazione alla vita concreta degli uomini. Quest’anno abbiamo il dono della presenza tra noi di don Claudio, prima del rientro a Cuba. Rivolgiamo il nostro pensiero ai fratelli che non sono presenti a questa celebrazione. Anziani e malati della Casa. Desidero anche invitarvi al ringraziamento perché il nostro presbiterio non ha avuto vittime, tutti si sono ripresi. Anche il diacono Enrico, che è stato forse quello più colpito, è in ripresa. Questo periodo ha inciso e sta incidendo sulla nostra vita, non solo sull’attività pastorale, ma anche sulla nostra condizione personale. Sono domande alle quali non sempre troviamo risposte adeguate. Rifiutando quelle che paiono pre-confezionate, sorgono dalle incertezze, sento di aver bisogno di risposte vere, quelle che fondano la vita, che come dice la parola di Dio, si rivelano roccia su cui posare i piedi. La mia roccia è Dio che permette la prova, che ci purifica come oro del crogiolo e ci mette a nudo davanti a noi stessi e agli altri, quel Dio che non abbandona i suoi figli. Stiamo pregando e riflettendo nella nostra vita interiore. Come viene sollecitata in questo tempo. Come ora reclama attenzione, come si propone con tutte le sue risorse. Nella vita interiore e nella relazione con i fedeli e con noi tutti. In effetti le relazioni hanno messo in tutta evidenza la loro necessità per la nostra vita a cominciare dalla relazione con Dio, e con i fratelli. Nel momento in cui siamo stati costretti ad allentare, abbiamo sentito la necessità, quanto il legame con gli altri sia necessario. L’individualismo ci lascia senza nessun respiro. Essere solidali è esperienza nel bene e nel male. Abbiamo la riprova che è stato giusto e doveroso persistere nella crescita e nella fraternità nel presbiterio. La pandemia ci ha trovato in cammino nel nostro presbiterio. Sono stati graditi gli scambi comuni che abbiamo avuto che hanno riguardato vari aspetti della situazione vissuta. E sono stati di conforto e di sostegno, cercati e partecipati, rassicuranti nell’incertezza. Continuiamo in questo cammino di farci carico gli uni degli altri. Vi anticipo che riceverete una lettera sulla gestione della Casa per i sacerdoti anziani, opera principe del nostro presbiterio. Dobbiamo sostenerla a favore dei più fragili. Gli interrogativi che più ci assillano sono quelli inerenti il nostro ministero pastorale. La pandemia ha messo a nudo limiti ed inefficacia. Non mi sento di fare una trattazione, ma sono d’accordo con chi sostiene che non si tratta di escogitare nuove strategie operative, ma si tratta di scoprire il fascino e l’attenzione di Gesù. Siamo Preti per questo. Abbiamo Gesù che è l’uomo nuovo. Lui è l’evento decisivo per la vita degli uomini, delle donne, dei giovani. I giovani, le donne di mezza età, gli uomini maturi. Il distacco sta avvenendo, ma soltanto ritornare a Cristo può riempirlo. Forse stancano e deludono le nostre posizioni, forse le formule hanno prevaricato sulla sostanza della nostra vita. Gesù ne siamo certi non passa. Le sue parole sono di vita eterna. La sua morte e risurrezione sono il cuore della storia. Abbiamo ascoltato la parola di Dio. Vi saluto invitandovi a riflettere e a confrontarci su questo, ad approfondire questa prospettiva. Che esigenze ha questa prospettiva? che esigenze ha di vita per noi e per i fratelli? cosa significa la vita nuova in Cristo risorto? Vi lascio con queste domande augurando buona pasqua a voi e alle vostre comunità.”