Operazione “Conti di Lavagna”, le condanne diventano definitive

GENOVA – Si è concluso l’iter giudiziario legato all’operazione “Conti di Lavagna”: la Corte di Cassazione con la pronuncia di rigetto del ricorso presentato dagli imputati ha sancito la conclusione del processo certificando l’esistenza di una “locale” di ‘ndrangheta operante nel comune di Lavagna. In considerazione di questo, la Squadra Mobile della Questura di Genova, che aveva svolto le indagini, ha dato esecuzione agli ordini di carcerazione emessi dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello, ed ha arrestato le persone che ancora si trovavano in libertà. Si sono aperte le porte del carcere per Alfred Remilli, condannato alla pena di anni 6 e mesi 6 di reclusione per violazioni in materia di stupefacenti, e Paolo Paltrinieri, condannato alla pena di anni 5 e mesi 2 di reclusione, per il reato di usura. Due anni e due mesi di carcere a Natale Calderone a cui è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso. Sono stati invece notificati in carcere, nei penitenziari dove si trovano reclusi, le condanne divenute definitive nei confronti dei capi dell’organizzazione criminale smantellata dall’inchiesta. Francesco Antonio Rodà dovrà scontare la pena di 15 e mesi 6 per il reato di associazione mafiosa, e per violazioni in materia di armi, usura, estorsione, e in materia di stupefacenti. 16 anni e 3 mesi per Paolo Nucera, 13 anni e 6 mesi per Antonio Nucera, 7 anni e 7 mesi per Francesco Nucera.