Canto del Te deum presieduto dal vescovo Devasini: profezia e realismo per affrontare il futuro

DIOCESI  – Da sei mesi vescovo di Chiavari, Mons. Devasini ha presieduto il Te Deum di fine anno, nella chiesa di San Giovanni Battista a Chiavari. “Concludiamo il 2021 ringraziando e chiedendo perdono” ha detto, esortando ad andare avanti senza paura.

“La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta”.

A volte sembra proprio il contrario. Guerra e terrorismo che mietono vittime in diverse zone del mondo. Devastazioni ambientali. Milioni di persone che muoiono di fame e di sete. Donne, uomini, bambini, sfruttati e abusati. Scarso rispetto per la vita nascente e morente. Ingiustizie di ogni genere. Per favore non puntiamo subito il dito fuori di noi, ma guardiamoci dentro. E’ nel nostro cuore che c’è una zona d’ombra, una parte buia, che ha un nome ben preciso: si chiama “egoismo”. proiettato su scala mondiale “egoismo” diventa tutto ciò che vi ho detto prima. Che fare? L’unica cosa saggia da fare è quella di permettere alla luce che è Gesù di visitare e risanare la nostra zona d’ombra, la nostra parte buia. Così facendo cambieremmo noi e cambieranno le cose che stanno attorno a noi. Non ci abitueremo al male, non cadremo nel pessimismo di quelli che vedono sempre tutto nero. Il mondo in preda alle tenebre, e diventeremo invece organizzatori di speranza, per noi e per gli altri. Faremo esperienza di quella beatitudine di cui ci parla Gesù nel discorso della montagna. Un’utopia? Assolutamente no. Pensiamo alla grande storia della carità della Chiesa. Una storia che tuttora continua, piena di Santi, riconosciuti ufficialmente tali, e di santi sconosciuti ai più, i cosiddetti “Santi della porta accanto” che senza farsi pubblicità compiono ogni giorno gesti di amore impensabili, gesti che soli danno senso alla vita, la rendono vera, bella, buona, di una qualità a tal punto indistruttibile da superare la barriera della morte. Cari fratelli e sorelle, permettetemi ora di offrirvi qualche breve considerazione su ciò che ho vissuto dal mio ingresso in diocesi, sullo stato attuale della Chiesa e sulle prospettive future. Ebbene questi primi sei mesi di servizio episcopale in diocesi di Chiavari sono stati mesi ricchi di incontri, singole persone, comunità parrocchiali, catechisti, movimenti ecclesiali, confraternite, associazioni di volontariato, giovani, famiglie, anziani, autorità civili e militari, dirigenti scolastici e insegnanti, imprenditori e dipendenti, realtà socio assistenziali e sanitarie, il mondo dello sport. Una esperienza che mi ha permesso di conoscere un’esperienza che mi ha appassionato e che ritengo fondamentale per poter meglio amare e quindi servire. Tante le sfide da affrontare, opportunità da cogliere, coniugando (cosa assolutamente non facile) profezia e realismo. ne indico alcune: formazione e valorizzazione del laicato; rivisitazione della pastorale parrocchiale, anche in considerazione dell’invecchiamento e della riduzione numerica del clero; urgenza di fare rete con scuola e famiglia per offrire ai nostri giovani un cammino di autentica crescita umana e spirituale, la cura degli ultimi… Nella nostra vecchia Europa, e non solo, lo stato di cristianità è finito da un pezzo, nel senso che la fede non costituisce più il presupposto ovvio del vivere comune , anzi viene spesso persino negata, derisa, ridicolizzata. In questo contesto, vedo come strada che sa di futuro quella consistente di generare comunità piccole, ma vive, e cioè capaci di essere lievito che fa fermentare la pasta, sale che dà sapore, luce che illumina. A tale riguardo risulta provvidenziale il cammino sinodale, come detto da Papa Francesco. Il 16 ottobre è iniziata anche nella nostra diocesi la prima fase di questo cammino. L’ascolto avviato dovrà essere ripreso con impegno a partire dal mese di gennaio, in vista di quando dovremo inviare a Roma i risultati dell’ascolto che ovviamente continuerà anche dopo, configurandosi come un vero e proprio stile pastorale, già praticato a vari livelli. Cari fratelli e sorelle questa sera concludiamo il 2021 ringraziando e anche chiedendo perdono: ringraziamo il Signore per ogni bene che abbiamo ricevuto e potuto compiere, e chiediamo perdono per tutti i nostri peccati e le nostre mancanze, in pensieri, parole, opere e omissioni. E poi Avanti, avanti senza Paura. Lo spirito del Padre ci guida, la vergine madre di accompagna.