Devasini: convertirsi significa smettere di recitare e badare alle cose concrete

DIOCESI – Oggi, mercoledì delle ceneri, inizia la Quaresima, tempo di preparazione alla Santa Pasqua. Nel pomeriggio il vescovo Devasini ha presieduto il rito in Cattedrale a Chiavari: la celebrazione eucaristica e l’imposizione delle ceneri, atto penitenziale con il quale si dà avvio al cammino quaresimale.

Uno dei segni più chiari della conversione è il passaggio dalla pratica religiosa alla pratica della fede;

è il passaggio centrale dell’omelia di Mons. Giampio Devasini nella celebrazione eucaristica del mercoledì delle ceneri in Cattedrale a Chiavari. La liturgia, evidenzia il vescovo, è connotata da tre insistenze: il richiamo di Gesù alle pratiche giudaiche: elemosina, preghiera e digiuno; l’insistenza, sempre di Gesù a non fingere, non recitare pensando che la vita sia un palcoscenico; l’insistenza della Chiesa nel raccomandare la conversione. E’ sulla seconda insistenza che si sofferma l’attenzione del vescovo: la richiesta di Gesù di non scambiare la pratica della fede con un’esibizione teatrale.

“Non siate attori, ripete il Vangelo, non simulate una parte, non cercate ammiratori per attirare gli applausi. Piuttosto badate alla sostanza, alla realtà. Alla pratica di esibirsi per trovare consenso, Gesù contrappone la pratica «nel segreto»”.

Gesù non dice di entrare nel camerino, vicino al palcoscenico, ma di entrare nella propria camera, in se stessi, dove cadono le maschere e ci si confronta con la parola di Dio.

“Tante volte ci chiediamo: “cosa dirà la gente se mi comporto così?”; ed è giusto che ce lo chiediamo, per evitare lo scandalo e dare testimonianza; ma questa deve essere solo la seconda domanda, perché la prima dev’essere: “cosa dirà il Signore se mi comporto così?”.

Ecco allora che il cammino quaresimale non diventa un percorso di tristezza, ma di gioia se vissuto nella limpidezza del cuore, nella coerenza tra pensieri, sentimenti, parole e azioni.

“possiamo smettere di recitare perché il Signore vede il cuore, perché il Signore ci ama per primo, incondizionatamente, smisuratamente, gratuitamente, perché non dobbiamo portare il Signore dalla nostra parte in quanto è già dalla nostra parte”