A Genova 8300 giovani in meno in cinque anni

Basta guardare questo grafico: i nati nel 2003 sono molti di più dei nati nel 2021. Un primo colpo d’occhio per capire che nel territorio di Città metropolitana ci sono sempre meno studenti e studentesse. E che la loro preparazione e il loro ingresso nel mercato del lavoro non basterà a coprire la domanda di imprese e pubblica amministrazione.
I dettagli sono contenuti nel rapporto per l’aggiornamento dell’offerta formativa di Città metropolitana.
Fra il primo gennaio 2017 e il primo gennaio 2022, la popolazione scolastica del territorio di Genova è calata di 8300 unità. Il territorio metropolitano ha perso il 6,7%.
L’indicazione europea, nell’ambito delle misure del PNRR, punta ad adeguare la rete scolastica in base all’andamento demografico: nel lungo periodo andrà superato il modello attuale. Una riforma che tiene conto delle previsioni da qui a dieci anni: le proiezioni infatti rilevano un calo costante della popolazione fra i 3 e i 18 anni
Secondo i dati Istat, infatti, in Liguria nel 2023 ci sono 181.968 giovani in questa fascia di età: fra dieci anni saranno 157.247. Fra dieci anni ci saranno 24mila 721 studenti in meno.
Questo ha, evidentemente, ricadute sulle scuole: analizzando i dati, tutti gli istituti comprensivi della Città metropolitana di Genova hanno perso iscritti nelle prime classi della scuola primaria di primo grado, e così per le scuole secondarie di primo e secondo grado. Ci sono anche casi in controtendenza ma per lo più la previsione è confermata: il calo della popolazione scolastica è costante.
C’è però un altro dato che emerge dal rapporto: secondo i dati Unioncamere nel quinquennio 2023-2027 a livello nazionale le imprese e la Pubblica Amministrazione avranno bisogno di circa 3,8 milioni di lavoratori, per il 72% per sostituire gli occupati in uscita e per la parte restante per la creazione di nuovi posti di lavoro. Ci saranno abbastanza nuovi lavoratori in ingresso? No. Mancheranno 12mila laureati all’anno nell’indirizzo medico sanitario, 8mila in quello economico e 6mila nelle discipline scientifiche. I i giovani in possesso di una formazione tecnico professionale che si affacceranno sul mercato del lavoro fra il 2023 e il 2027 saranno solo il 60% rispetto alla domanda.