Ucraina e Medio Oriente, Francesco: il dialogo spezza l’odio, è la sola via di pace

Al termine della recita dell’Angelus il Papa questa mattina ha ricordato tutti i popoli dilaniati dai conflitti e riferendosi al conflitto fra Hamas e Israele ha detto: “Ringraziamo Dio perché c’è finalmente una tregua”.
Francesco stamane ha recitato l’Angelus dalla cappella di Casa Santa Marta per via dell’influenza che lo ha colto ieri; nel testo, letto dal capo ufficio della Segreteria di Stato, monsignor Paolo Braida, il Papa ha esortato i fedeli che lo hanno ascoltato in collegamento video in piazza San Pietro a pregare per la pace senza stancarsi

Oggi ringraziamo Dio perché tra Israele e Palestina c’è finalmente una tregua e alcuni ostaggi sono stati liberati. Preghiamo che lo siano al più presto tutti – pensiamo alle loro famiglie! –, che entrino a Gaza più aiuti umanitari e che si insista nel dialogo: è l’unica via, l’unica via per avere pace. Chi non vuole dialogare non vuole la pace.

Il pensiero di Francesco è andato poi all’Ucraina che ieri ha commemorato l’Holodomor, il genocidio perpetrato dal regime sovietico che, 90 anni fa, causò la morte per fame di milioni di persone”

Quella lacerante ferita, anziché rimarginarsi, è resa ancora più dolorosa dalle atrocità della guerra che continua a far soffrire quel caro popolo.

Nel terzo e penultimo giorno della tregua resta alta la tensione in Medio Oriente. Israele fa sapere di aver ricevuto la nuova lista degli ostaggi che dovrebbero essere rilasciati oggi, ma accusa Hamas di aver violato i termini dell’accordo. Ieri il rilascio di 17 ostaggi, tra cui 4 thailandesi e 4 cittadini con doppio passaporto, israeliano e tedesco. In contemporanea sono stati liberati da Israele 39 detenuti palestinesi.

Inoltre Hamas ha rilasciato un comunicato in cui ammette che Israele ha ucciso circa dieci giorni fa diversi leader dell’organizzazione terroristica, tra cui il comandante della divisione regionale nel nord della Striscia Ahmed Randour, e il capo della divisione dei lanci di missili Ayman Siam. Lo riferisce Ynet. Intanto, secondo quanto riportato da Haaretz, questa settimana il segretario di Stato americano Antony Blinken è atteso in Israele per la quarta visita dall’inizio del conflitto.