Collaudo sul campo per i pennelli di Chiavari, necessarie varianti alla cella 1

Se collaudo sul campo ci doveva essere, si può dire che le cinque mareggiate di questo autunno tra cui quella più violenta di inizio novembre, sono state un buon banco di prova per l’intervento avviato sul lungomare di Chiavari. I due pennelli finora realizzati al posto delle dighe parallele alla costa nel primo tratto di spiaggia tra la foce del Rupinaro e i Bagni Nino hanno affrontato lo stress test rappresentato dalle onde alte diversi metri evidenziando una buona tenuta ma anche qualche criticità che verranno adesso affrontate. Il tema è stato al centro della commissione consigliare che ha visto la presenza in aula del direttore dei lavori Pietro Misurale e del Responsabile del procedimento Pietro Boitano che hanno risposto alle domande dei consiglieri di minoranza. Alcune correzioni in corso d’opera sono quindi necessarie e per questo si sta procedendo con alcune varianti al progetto iniziale. Per quanto riguarda la prima cella, si andrà a rafforzare il pennello adiacente al Rupinaro per evitare il trasbordo di materiale sabbioso, e realizzare una diga soffolta ad una profondità di due metri (elemento previsto inizialmente solo per le altre tre celle), in modo tale da spezzare l’onda e garantire maggiore protezione.

Misurale ha spiegato anche l’operazione effettuata il giorno prima della mareggiata di accumulare materiale all’altezza del secondo pennello (cosa ripetuta anche in queste ore): è stata fatta non per proteggere il litorale, bensì per sfruttare la forza delle onde nel ridistribuire la sabbia (che ancora doveva essere posizionata) lungo tutta la spiaggia, cosa che altrimenti si sarebbe dovuta fare manualmente. In aula è stato affrontato anche il tema del cosiddetto tappo di sabbia alla foce del torrente Rupinaro. Secondo i tecnici non rappresenta un problema in caso di eventuale piena del corso d’acqua.