Basta guerra, per favore! Il grido accorato del Papa all’Angelus

“Basta, per favore! Diciamo tutti noi: basta, per favore! Fermatevi!”
E’ un cuore ferito, quello del Papa, dalle sofferenze della popolazioni di Palestina e Israele. Migliaia di morti e di feriti, sfollati e immani distruzioni che si verificano quotidianamente ed aprono ad un interrogativo.
“davvero si pensa di costruire un mondo migliore in questo modo, davvero si pensa di raggiungere la pace?”
L’ennesimo appello per la pace arriva nella III Domenica di Quaresima, in cui il Vangelo ci parla di Gesù che scaccia i mercanti da tempio, in modo veemente ed indignato, ponendo l’attenzione sulla differenza tra la casa del padre e il mercato. Nel tempio, inteso come casa, spiega il Papa, si va per incontrare il Signore. Al contrario nel tempio mercato per essere a posto con Dio basta comprare un agnello, pagarlo e consumarlo sulle braci dell’altare. E Gesù è duro perché non accetta che il tempio-mercato si sostituisca al tempio-casa.
“Chiediamoci, allora: prima di tutto, com’è la mia preghiera? È un prezzo da pagare o è il momento dell’abbandono fiducioso, dove non guardo all’orologio? E come sono i miei rapporti con gli altri? So dare senza aspettare il contraccambio? So fare il primo passo per rompere i muri del silenzio e i vuoti delle distanze?
Domande che Francesco prosegue anche dopo la recita dell’Angelus, chiedendo quale strada si voglia intraprendere per un mondo finalmente in pace. Ricordando la giornata internazionale per la consapevolezza sul disarmo che si celebra il 5 marzo, il Papa si sofferma sulle risorse sprecate per spese militari, auspicando una presa di coscienza della comunità internazionale.
“il disarmo è innanzitutto un dovere, il disamo è un dovere morale. Mettiamo questo in testa. E questo richiede il coraggio da parte di tutti i membri della grande famiglia delle Nazioni di passare dall’equilibrio della paura all’equilibrio della fiducia.