LIGURIA – Secondo i dati Istat, nel secondo trimestre del 2024, in Liguria il numero degli occupati è sceso di 15.029 unità, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e per la prima volta dopo tre anni di crescita continua. Il dato percentuale dell’occupazione ligure è del -2.3%, in controtendenza rispetto alle altre regioni del Nord Ovest. “I nodi sono venuti al pettine” ha commentato Maurizio Calà, segretario generale CGIL Liguria secondo il quale l’andamento altalenante dell’occupazione è frutto del fallimento delle politiche infrastrutturali e produttive. “Sinché questa regione continuerà a non investire sul lavoro e sui settori produttivi che riescono a dare valore aggiunto – prosegue Calà – difficilmente si riuscirà ad invertire la tendenza”. Tendenza che, secondo Luca Maestripieri, segretario generale CISL Liguria, impone un ragionamento sulle misure da intraprendere, che dovranno essere al primo punto dell’agenda della nuova giunta regionale. In sofferenza sono i settori che ricorrono più spesso al lavoro precario, per i quali si rende necessario un monitoraggio attento e costante. “Bisogna evitare inutili contrapposizioni tra diversi settori economici del nostro territorio evitando facili semplificazioni – conclude Maestripieri – indicando come necessità una politica di stimolo diretto alla crescita e nel contempo un adeguamento della filiera dell’istruzione e della formazione per far sì che la scarsità di competenze non freni la crescita economica”.