CASTELGANDOLFO – Benedetto XVI durante la riflessione tenuta prima dell’Angelus a Castelgandolfo ha continuato la rassegna dei grandi santi proposti dalla liturgia: i santi -ha sottolineato il Pontefice- mostrano il vero volto di Dio, che è amore, e il volto autentico dell’uomo. Il Papa ha ricordato S. Chiara di Assisi, S. Teresa Benedetta della Croce, S. Massimiliano Kolbe, S. Ponziano papa, S. Ippolito e S. Lorenzo. Molti di loro sono morti martiri, testimoni di quella carità che ama sino alla fine e non tiene conto del male ricevuto, ma lo combatte con il bene. Il sacrificio di S. Teresa Benedetta della Croce, monaca carmelitana, al secolo Edith Stein, e del frate francescano polacco S. Massimiliano Kolbe, uccisi nel lager di Auschwitz, hanno offerto a Ben XVI l’occasione per ribadire la condanna assoluta di tutti i campi di sterminio, che possono essere considerati simboli estremi del male, dell’inferno che si apre sulla terra, quando l’uomo dimentica Dio e si sostituisce a Lui, usurpandogli il diritto di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte. Purtroppo -ha proseguito Ben XVI-, questo triste fenomeno non è circoscritto ai lager. I santi ci fanno riflettere sulle profonde divergenze che esistono tra l’umanesimo ateo e l’umanesimo cristiano, un’antitesi che attraversa tutta la storia, ma che alla fine del II millennio, con il nichilismo contemporaneo, è giunta ad un punto cruciale. Ci sono ideologie che trasformano l’uomo in un dio, che fa dell’arbitrarietà il proprio sistema di comportamento. La risposta credibile ed esaustiva -ha concluso il Papa- è quella della carità nella verità.
preghiamo la Vergine Maria -ha aggiunto-, perché ci aiuti tutti – in primo luogo noi sacerdoti – ad essere santi come questi eroici testimoni della fede e della dedizione di sé sino al martirio. È questo l’unico modo per offrire alle istanze umane e spirituali, che suscita la crisi profonda del mondo contemporaneo, una risposta credibile ed esaustiva : quella della carità nella verità.
